Sono interista.
Certo, dirlo dopo uno scudetto vinto è abbastanza semplice, ma io sono interista da molto tempo. E' difficile dire da quando, di preciso. Tempo fa lessi una frase, diceva qualcosa del tipo "Le grandi amicizie, i grandi incontri, le grandi passioni, i grandi amori..non si sa mai quando iniziano. E' una cosa fulminea, non sei lì con l'orologio a segnare in che momento sia successo." Era di Prisco.
Per me è stato esattamente così. Non ricordo da quanto tempo sono interista, nè tantomeno perchè. Per semplicità mi piace immaginare il mio essere interista dal mio primo e preciso ricordo, i festeggiamenti del 1989 negli spogliatoi, dopo il 13° scudetto. Allora decisi che sarei stato interista. Ero un bambino di sette anni, di prima elementare, sentivo che quei colori mi avrebbero dato soddisfazioni. Sono sempre stato un bambino troppo avanti, molto lungimirante. Direi pure troppo, in quel caso. L'Inter quell'anno perse 2 partite: la prima, contro il Torino e la seconda, a scudetto già vinto, 4-3 contro la Fiorentina. Ricordo chiaramente che dopo quella partita piansi. Avevo 6 anni, e non avevo minimamente idea di quello che avrei visto negli anni successivi.
Allo stesso modo non ricordo neppure il mio primo calciatore preferito. Forse Klinsmann, forse l'ultimo Schillacci, magari Ruben Sosa, escludo a priori Bergkamp. Dei primi anni non ho tantissimi ricordi, ricordo abbastanza bene la vittoria della Uefa nel 1991, quella del 1994 vista a casa di mia nonna vinta con un gol di Jonk con colpo sotto (non so se mi spiego). Forse ricordo persino troppo, tenendo conto che a quei tempi avevo 12 anni scarsi. Da quel momento in poi i ricordi si fanno via via più intensi, più decisi, più chiari.
Ricordo la Maglia Fitgar e quella Fiorucci, ricordo le prodezze di Igor Shalimov e la scommessa di Orrico, Ricordo Benny Carbone e Roberto Carlos, ricordo l'esultanza in camera mia al gol di Centofanti contro la Fiorentina (!!!) e la faccia tristissima nella sconfitta 1-0 con il Lugano. Poi ho iniziato a diventare interista sul serio, a tifare davvero per quegli 11 imbecilli. La finale di Coppa Uefa con lo Schalke, 1997, Ganz che nei supplementari mi mette sulla traversa il pallone della Coppa. La sconfitta ai rigori. Niente lacrime stavolta, però.
Nel '98 è arrivato Ronaldo. Il primo giocatore che ho amato, probabilmente. Ricordo il primo gol, al Bologna, quello dopo alla Fiorentina, con me che esultavo a casa del mio vicino di casa. Ricordo una vittoria 2-1 contro il Vicenza con un rigore al 95°. E' stata la prima volta che ho esultato come un matto per l'Inter. Ricordo il mio sorriso al primo gol di Kanu, ricordo me in bicicletta che andavo a giocare a basket da Corradino e sentivo alla radio del rigore non dato a Ronaldo. Ricordo la finale di Coppa Uefa, la mia prima vera vittoria da tifoso interista, la Gazzetta comprata il giorno dopo e il sorriso a mille denti che sfoderi quando arrivi a scuola. Un sorriso che avrei sfoderato poche altre volte, però.
Quelli sono stati gli anni in cui ho iniziato a condividere il mio essere interista con gli altri. Il primo probabilmente è stato Italo. Con lui ho seguito tutte le partite dell'Inter del 2000, con lui ho fatto riti scaramantici di ogni tipo possibile e immaginabile mentre seguivamo le partite all'Inter Club, con lui ho atteso il ritorno di Ronaldo dopo l'infortunio e il crack del ginocchio dopo 7 minuti. Mi chiusi in camera, iniziai a cercare su Internet qualcosa da leggere. Allora scoprii i newsgroup. Paradossale, ma noi interisti ci uniamo nel momento del bisogno. Ricordo anche il Derby 0-6, visto a casa di Paola. Mai nella mia vita 90 minuti sono trascorsi così lentamente. Erano i tempi di Baggio, di Baggio che ci faceva vincere lo spareggio col Parma, 3-1, visto a casa della nonna di Italo. Lippi in panchina, Jugovic in campo. Nella stessa casa perdemmo lo spareggio con l'Helsingborgs. In campo Macellari, Cirillo, Vampeta e Robbie Keane. Grazie Lippi.
Ricordo altrettanto bene il 2002, la prima giornata vissuta mentre eravamo al mare, a Bisceglie, il rientro in campo di Ronaldo, la gioia per il primo gol dopo l'infortunio, l'Inter in testa alla classifica e tutte dietro ad arrancare. Ricordo il 4 maggio 2002, al Jack Madden, io Roberto e Maurizio e io che dicevo "So già come andrà a finire domani". Ma non andò a finire come pensavo, Gresko non fu d'accordo. Quel giorno, per la prima volta, mi sono tolto la maglietta e sono uscito dal balcone, urlando. Poi non ho urlato più.
Dopo ho conosciuto meglio Davide e Fabrizio, ed è con loro che ho convidiso tutte le partite recenti. Da Luciano che tenta di fare la bicicletta e ci fare ridere, passando per l'Inter di Zaccheroni che gioca bene e che ci piace, fino ad arrivare al primo Adriano, quello forte, quello che piaceva a tutti, ma che non ha mai sostituito Ronaldo nella mia testa. Sono arrivate le prime vittorie, le esultanze per una stupida Coppa Italia in uno stupido 2005. Il gol su Punizione di Mihaljovic che suggella la vittoria, io che abbraccio Antonio e l'acqua che va a finire sul padre di Davide che rimane bagnato ma felicissimo. Abbiamo vinto la Coppa Italia. E abbiamo fatto pure i Caroselli. Solo noi.
Allo stadio, per forza di cose, non ci sono andato tantissime volte. Due volte contro il Bari, 96 e 98, una volta al Birra Moretti nel 2004, una volta a San Siro nel 2003 (semifinale di Champions). Tutte sconfitte dell'Inter. Pensavo di portare sfiga, e lo pensavo fino alla fine del primo tempo della Supercoppa 2007 contro la Roma. Poi è finita diversamente, ed il viaggio con Davide - già splendido, è diventato indimenticabile. La stagione era iniziata già bene, Scudetto vinto a Tavolino e Ibrahimovic che inizia a giocarmi con il numero 8. Ibrahimovic, il primo che dai tempi di Ronaldo è riuscito a farmi appassionare a un singolo giocatore, il primo che dai tempi di Ronaldo è riuscito a farmi togliere la maglietta ad un gol, quello nel Derby. Ibrahimovic, il primo che è tornato a farmi sentire un cazzo di ragazzino di 14 anni che se ne va appresso a un calciatore.
La stagione è scivolata via rapidamente. Si poteva festeggiare il 18 aprile, si è festeggiato il 22 aprile. Abbiamo vinto lo Scudetto, non sembra vero. Ero a Trani, a pranzo. Ricorderò il messaggio di Davide che mi dice che l'Inter vince e la Roma perde, io che lascio il pranzo e vado ad ascoltare la Radio, io che quasi mi faccio venire gli occhi lucidi al fischio finale e sorrido al Messaggio di Davide. "Campioni d'Italia". Anche se lui non è interista. Mi chiama Ilvo, mi urla "Campioni d'Italia, ti voglio bene", e a quel punto di viene il magone. Il tifo per l'Inter che unisce due che nella vita si sono visti una volta. Mi arrivano 1000 messaggi, 2000 squilli, una marea di gente ha detto di avermi pensato. Aspettavo quel momento da troppo.
Abbiamo vinto lo Scudetto, non mi sembra vero. Ho visto i festeggiamenti in piazza Duomo fino all'1 di Notte, ricordando quando in quella Piazza sei mesi fa c'ero io. Abbiamo vinto lo Scudetto, di nuovo, sono passati 18 anni. Finalmente.
CAMPIONI D'ITALIA. Ce lo meritiamo tutti.
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19 commenti:
Quasi quasi mi commuovo. E ora tutti a Milano a comprare la maglia del Centenario!
se vuoi continuare a commuoverti sappi che il Cristicchi viene a Bari il 29 Aprile:
http://www.cristicchiblog.net/2007/04/26/bari-qualche-indicazione-pratica/
Ti starai mica appassionando troppo a Cristicchi? :)
Già sapevo, purtroppo è un po' complicato andarci, anche se mi sarebbe piaciuto.
Baci al Cugino neo35enne.
bacerò il cugino da parte tua....
comunque grazie per il link al mio blog.....smack!
Il mio primo scudetto da interista non è ancora arrivato. Come mai?
Sarà perché non sono interista?
Mi sono venute le lacrime agli occhi e non solo perché sono al monitor da 24 ore ininterrotte.
Belle parole, specie la parola "Baggio" che mi fa sognare ogni volta che la sento.
Si, avete vinto.
E da non interista (ma tifoso del Bari, quindi accomunato a voi interisti per il fegato grande così che ci facciamo [o meglio, adesso il fegato grosso voi non ve lo fate più] ad ogni domenica) sono felicissimo per voi.
PS: Ibrahimovic è Dio.
Su Ibrahimovic, ho dimenticato di dire una cosa: quel numero 8, che tanto ha portato fortuna all'Inter, è lo stesso numero 8 di un certo Luisito Suarez, che, acquistato dall'Inter all'inizio degli anni '60, trasformò una squadra "forte ma perdente" in una macchina schiacciasassi, capace di vincere tre campionati (perdendone un quarto nello spareggio con il Bologna), due Coppe dei Campioni e due Coppe Intercontinentali...
...che sia un buon auspicio?
Le parentesi: prima le tonde e poi le quadre. Insomma, un po' di algebra!
Roberto, non siamo a sQuola...
ai ragione, scusami
MySQL 6 si baserà su Falcon
Già. Una rondine non fa primavera
Lo scudetto del gratta e vinci!
evviva
VUOI AGGIORNARE 'STO BLOG ???
Da simpatizzante juventino (dalla nascita) mi viene l'ansia ad aprire ogni volta questa pagina e a leggere Sono Interista
Contento per voi TIFOSI interisti, ok, però dopo un pò bisogna pure voltare pagina, o no ? ;-)
vedo che i commenti aumentano.....
e i post scarseggiano....
bè, potremmo iniziare a parlare di tennis !!!
6-2...fine primo set...
Speriamo che la NP non faccia la stessa fine ;-)
Ciao Cataldo
innanzitutto complimenti per il blog.
Per quanto riguarda questo post mi hai fatto pensare al nervoso che mi veniva qualche anno fà (da notare che sono nato nel 90) e quindi non ho potuto festeggiare nell'89, maledivo sempre mio padre grande interista di avermi attaccato la passione per il calcio e sopratutto per l'inter ma finalmente come si dice chi la dura la vince, e finalmente stiamo vincendo.Ciao
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