31 dicembre 2007

Duemila e Sette

Ore 17.30 del 31 dicembre. Eccomi qui a scrivere il post più banale della storia: le considerazioni finali sull'anno appena trascorso, mentre dal soggiorno arrivano e si mescolano i sapori più impensabili in vista dell'esplosione di calorie che tradizionalmente caratterizza la tradizionale cena di San Silvestro che per tradizione è sempre il 31.

Nessuno sentiva francamente necessità di questo post ma ho bisogno fisico di riempire le ore che mi dividono dal cenone facendo qualcosa di culturalmente impegnato e che mi tenga la mente (e il corpo) lontana dalla cucina e dalla mia consueta abitudine di mangiare a intervalli regolari di 10 minuti tutto quello che mia madre ha appena finito di preparare. Qualunque cosa sia. Col risultato di arrivare alla cena già sazio ma soprattutto con lo stomaco sottosopra dopo gli assaggi di lenticchie, pizze rustiche, creme al cioccolato, salsicce, pandori e focacce. In ordine sparso.

Prima o poi inizierò l'anno nuovo con l'acetone, già lo so. Ma tiriamo ste somme, quindi: è una cosa che non mi è mai piaciuta, un po' perchè in fondo ho sempre preferito guardarmi avanti, piuttosto che indietro, un po' perchè all'aritmetica ho sempre preferito cose un po' più complicate tipo i sistemi di equazioni, lo studio di funzioni, e riempire i post del mio blog con stronzate che non fanno ridere. Tipo questa qui.

Cosa ricordare del 2007? Un anno aperto col ricovero di mio padre e chiuso con il mio ricovero. Il primo pensiero va alla rottura del ginocchio, al ricovero, all'intervento, al crociato nuovo e alla riabilitazione. Ma il mio 2007 non è stato solo questo, non mi è poi andata così male. Il 2007 è stato l'anno del mio esordio in Serie D, l'anno delle finali a Brindisi e Lecce con la mia squadra, l'anno in cui mia sorella ha sostenuto gli esami di maturità, l'anno del compleanno con Davide e Antonio, l'anno in cui finalmente Marica ha potuto vedere la Sardegna, l'anno della nostra prima vacanza insieme, l'anno della macchina nuova e - soprattutto - l'anno del mio contratto di 8 mesi con l'Università, dei miei primi soldini guadagnati e l'anno in cui ho dato lo strappo decisivo verso la Laurea e l'anno in cui ho collaborato all'organizzazione della conferenza Swap.

Un anno in chiaroscuro, dunque: più chiaro che scuro, probabilmente, ma con uno scuro così intenso che in alcuni momenti ha reso tanto tanto difficile riuscire persino a intravedere dei pezzettini di chiaro qua e là. E' proprio per questo che non ho tantissime pretese per il 2008. Potrei chiedere soldi, donne (ma anche no :P), successo e un maglioncino di Dolce e Gabbana, ma mi fermo molto prima, accontentandomi delle cose semplici. All'anno nuovo chiedo semplicemente due cose: Salute e Serenità. Perchè molto spesso, con la solita retorica, sono le cose che tutti chiedono, ma quando della salute hai davvero bisogno, ti rendi conto che senza queste due cose non riesci a goderti proprio nulla.

Salute e Serenità, quindi. Magari condite anche da un po' di pizze rustiche e di panettone ripieno, da mangiare in quantità tale da non rendersi conto della presenza di Lucio Dalla in piazza. Ma tanto alla fine sarò anch'io lì, a canticchiare Attenti al Lupo come un cretino e a farmi innaffiare di spumante da gente che non conosco. Ma, in fondo, se penso che fino a 10 giorni fa ero a malapena in piedi con le stampelle, potete anche innaffiarmi di zampone e lenticchie, chissenefrega. Non troppo però.

Buon 2008 a tutti, dunque.
E che Silvestro ce la mandi buona.

13 dicembre 2007

Punto. Anzi, Punti.

Due anni fa, più o meno a quest'ora, ripetevo all'infinito una presentazione. Dodici ore dopo avrei festeggiato la mia Laurea in Informatica sotto lo sguardo dei miei amici più cari e di tutta la mia famiglia. A due anni di distanza mi trovo, sempre questa sera, a ripetere all'inifinito degli esercizi di isometria cercando, domani, di strappare un sorriso al fisioterapista che mi guarda benevolo mentre crepo cercando di far tornare la mia gamba come era prima.

Cambiano i tempi, i modi, i contesti, ma il risultano purtroppo no: ho sempre dei gran cazzi per la testa. In ogni modo, basta lamentarsi: torno ad aggiornare questo blog dopo due settimane dall'intervento, sufficienti per metabolizzare il tutto e cercare di riprendere una vita normale.

Il mio legamento - tecnicamente - adesso è a posto. Io pure, in linea di massima, tenendo conto che ho ancora una quindicina di punti impiantati qua e là nella gamba. Per ora tutto procede come previsto, almeno stavolta, a differenza del Miulli, cerco di non distinguermi. Lì gli altri operati di mercoledì il giovedì furono già dimessi. Io - affezionato al posto - decisi di trattenermi nel comodo letto di Acquaviva fino al Sabato, assalito da febbre, vomito e sintomi post-operatori che non avevano nessuna intenzione di lasciarmi.

L'intervento è un'esperienza. Ve lo consiglio. Ma forse no. Molto sinteticamente: ti schiaffano una siringa nella schiena che rapidamente ti anestetizza tutta la parte bassa del corpo. Ti inseriscono in artoscopia le telecamere del Grande Fratello dentro il ginocchio e - dopo le nomination - decidono qual'è il legamento migliore della settimana e quale invece deve lasciare la casa (pardon, il ginocchio). A seguire il Marco Liorni di turno urlando "bisturi" decide di aprirti in un punto a caso, di trapanarti una tibia, di prelevarti un tendine, di inserirtelo al posto del vecchio legamento, di fissarti il tutto con delle viti (dopo aver ovviamente urlato "martello" e "vite n°9", uno scenario da Box Ferrari) e di suturare infine a piacere.

Piacere. E' proprio questa la sensazione che l'operato vive nelle ore successive. Il tempo che termini l'effetto della anestesia. A quel punto iniziano i cazzi. I più grossi mai visti in vita mia, per quanto mi riguarda. Il dolore della tibia trapanata non lo auguro a nessuno. Ti senti Zidane nella gamba che continua a darti testate. Solo che lui è dentro e non può uscire. Poi a un certo punto appare il signor Pappagallo, tuo compagno di bisogni per almeno due giorni. Ora, già l'idea di fare pipì dentro un contenitore non mi faceva impazzire, figuriamoci farla con gente accanto, con una gamba bloccata immobile e soprattutto da seduto. A seguire, tanto per rimanere in allegria, una delle peggiori notti della mia vita. Febbre, vomito, mal di schiena, 24 ore nella stessa posizione, una flebo attaccata al braccio e - ultimo ma non meno importante - dolori inimmaginabili alla gamba. Per fortuna i calmanti e gli antidolorifici hanno fatto il loro effetto, e il giorno dopo ho ripreso finalmente a camminare.

Ora è tutto finito. Quasi. Da ieri cammino con solo una stampella. I miei continuano a ripetermi che durante la convalescenza sembro mio nonno. Non so se per la tenacia con cui affronto il tutto o per la mia andatura da ottantenne con cui mi muovo per la casa.

Grazie a Massimo, Stu e Simona per la visita, Grazie a Davide e Antonio per la compagnia Continua via sms, Grazie a Roberto e Vincenzo per le tante telefonate, Grazie a Lucio, Tencar, Pippo, Aldo, i miei ex-compagni di classe, alcuni dei miei compagni di squadra e a tutti quelli che si sono interessati a me. Grazie a chi si è ricordato di me tramite questo blog e a chi è riuscito a strapparmi un sorriso tramite qualche mail. E grazie ovviamente alla mia famiglia e a Marica, che mi sono stati vicini in tutto questo periodo. Grazie, a tutti non lo dimenticherò.

Da una settimana ho iniziato il lunghissimo tunnel della fisioterapia. I punti tirano, non posso sforzarmi più di tanto, ma la gamba si piega a 90° e io sto riprendendo a poco a poco la mia autonomia. Settimana dovrei togliere i punti, le stampelle e finalmente riprendere anche a guidare. In fondo sono abbastanza felice. Se mi guardo indietro e penso quello che ho vissuto mi rendo conto che - forse - il peggio è passato.

Il solo fatto di non dover usare il pappagallo - alla fine - per me è sufficiente.

27 novembre 2007

Tempo Scaduto

Sul filo di lana riesco persino ad aggiornare il blog. Due aggiornamenti in un mese, chi l'avrebbe mai detto. E' accaduto solo per eventi straordinari, e questo - in qualche modo - lo è.

Tra due ore, probabilmente qualcosa meno, mi ricovererò. Domattina mi opero. Di tutto ciò che verrà dopo non ho invece minimamente idea. E' paradossale. Sono abituato a programmare in modo preciso la mia vita, le mie attività, i miei obiettivi e le mie prospettive. E' paradossale perchè - probabilmente per la prima volta - non ho idea di ciò che mi riserverà il futuro.

Potrei iniziare una lista lunghissima di interrogativi. Mi riprenderò? Sentirò dolore? Soffrirò? Quanto sarà pesante la riabilitazione? Riprenderò a giocare a basket? E dove? Riuscirò ad essere presente alla Conferenza di Dicembre? Riuscirò a laurearmi ad Aprile? Quante delle persone a cui voglio bene creerò problemi? Chi dei miei amici sentirò vicino? Da chi riceverò meno affetto di quello che immagino? Chi invece mi sorprenderà mostrandosi vicino a me?

Potrei continuare a lungo, ma la verità è esattamente quella. Fino ad ora abbiamo giochicchiato con visite, post simpatici, radiografie e puttanate di vario tipo. Da domani si inizia sul serio, è da domani che inizia il difficile. Io per primo proverò a scoprire un Cataldo che neppure conosco, perchè le difficoltà - quelle vere - sono esattamente queste qui. Una puntura sul fianco, due ore su un lettino vestito di verde, e poi si parte con tutto l'ambaradan.

C'è un grosso punto interrogativo davanti a me, che mi nasconde tutto quello che mi aspetta dopo. Mi auguro di riuscire a demolirlo. Pezzo dopo pezzo nei sei mesi che mi separano dalla fine della riabilitazione. Da solo o con l'aiuto di qualcuno, ce la farò. Forse.

Vado.

22 novembre 2007

Matto e Disperatissimo

Non io, almeno per ora. Saranno tre giorni che provo ad aggiornare questo blog, ma oramai non è cosa. Totalmente sepolto dagli impegni pre-ricovero mi trovo costretto a scrivere due righe a cavallo tra il lavaggio dei pigiami e l'ingresso della pasta del mio stomaco.

Troppi impegni, è inutile. Non bastavano 2 esami verbalizzati lo stesso giorno. Quello riescono a farlo tutti. Più o meno. Uno stress pazzesco, per evitare che si accavallassero con l'intervento. Ora sono a -1 dalla Laurea, ma il problema sarà incastrare quell "uno" in mezzo a riabilitazioni e bestemmie varie che allieteranno la mia colorata vita nei prossimi mesi.

Giovedì scorso ho fatto il prericovero. Pensavo mi trovassero la glicemia a 200, invece almeno sotto quell'aspetto siamo a posto. Già sono un rottame, ci mancava pure quello. E' un concetto splendido il prericovero: entri in un ambiente con degli stanzini numerati. Da 1 a 6, con la differenza che dietro ste porte, a turno, ci trovi cardiologo, anestesista, infermiere, marmista, notaio per il testamento e il pupazzo del McDonald. Si prende il bigliettino come nella più classica delle macellerie e poi ci si lancia in una splendida Via Crucis. Ti tirano il sangue, poi ti fanno l'elettrocardiogramma e infine ti tengono seduto due ore a vedere Uomini e Donne. Per sedarti. Così quando ti apriranno il ginocchio ti renderai conto che in fondo a te non è andata così male. Al mondo c'è di peggio.

Sto provando a studiare, a incastarci le prime attività per la tesi, ma non è facile perchè essendo un genio ho ben deciso di organizzare un update generale del computer (case - regalato da Davide, scheda video e RAM) che mi sta tenendo offline fin troppo tempo. Così organizzate, le mie giornate prevedevano la bellezza di 10 minuti liberi, per cui ho deciso di riempirli organizzando la Festa di Laurea di un mio amico, con relativi rincoglionimenti per recuperare soldi da gente che non vedevi da anni e che fa il missionario in Congo. E che ovviamente non si fa sentire manco se la spari.

Oggi compleanno di Roberto, Domani festa di Laurea, Sabato seguirò la squadra nell'ultima trasferta che potrò seguire. Domenica e Lunedì gli ultimi preparativi e Martedì ricovero. In mezzo incastriamoci un po' di studio a piacere, qualche secondo passato con Marica e qualche serie Tv che non fa mai male. Non potevo immaginare degli ultimi giorni più rilassanti.

Ma per fortuna tra 5 giorni finisce tutto.
O inizia, dipende dai punti di vista.

18 ottobre 2007

Fine della corsa

Questo blog è ormai una succursale autorizzata di Medicina 33. Non passano dieci minuti senza che riesca a fare a meno di non parlare del mio ginocchio. A Maggio, a Giugno, a Luglio, a Settembre. Non passa un mese senza che aggiorni il mondo sulla situazione delle mie articolazioni. Questa volta però, forse, faccio persino bene a farlo. Tutte le tappe di questa storia sono state chirurgicamente (e la parola non è casuale) scandite dai post di questo blog che una volta era molto bello e che si è progressivamente colorato con le tinte della nona stazione della via Crucis.

Brevemente: Il mio ginocchio non ha retto. Non reggeva tanto manco prima, c'è stata la classica spintarella che mi ha fatto caricare male il peso sulla gambe e tutto il castello di carte che avevo laboriosamente costruito in questi mesi ha improvvisamente ceduto. E insieme a lui il mio ginocchio. Oggi, otto giorni dopo, sono andato ad Acquaviva dal mio ortopedico (ormai parlerei di "ortopedico di fiducia") che molto rapidamente mi ha fatto capire che sto ginocchio è da operare. La piccola lesione al crociato dopo la nuova botta è ora diventata probabilmente una media lesione, per cui non è il caso di aspettare che si rompa del tutto. Sempre che già non lo sia. Mi apriranno e ricostruiranno, come se fossi una splendida costruzione Lego.

Stato d'animo attuale: Sollievo. Sorpresi? Io no. Sto tira e molla di questi mesi mi aveva totalmente rotto le palle, forse dal blog si è percepito. Osteopata, Fisioterapista, Ospedale, Manovre, Esercizi, Potenziamento, Dimagrimento, su e giù da una sedia per rinforzare il quadriciipte ogni giorno per un mese.. e poi punto e daccapo, visto che il ginocchio, nonostante stessi giocando e avessi fatto veramente tantissimi sforzi impegnandomi da morire, continuavo a non sentirlo bene. Dentro di me è stata una sofferenza, ora posso dirlo. Mettiamoci una croce sopra, tiriamo una riga, azzeriamo e ripartiamo. Tra un mesetto circa, forse meno, mi ricostruirò il crociato.

Probabilmente dentro di me, a mente fredda, ci sarà il rammarico di dover mollare quella Serie D sospirata e raggiunta finalmente dopo anni, quella serie D che ho solo avuto modo di sfiorare e ora devo già lasciare. E' troppo presto per fare congetture, è presto per pensare al futuro, al basket, al se, quando e dove tornerò. A breve termine ho soltanto voglia di togliermi definitivamente dalla testa sto pensiero che ha rovinato metà del mio 2007. Non manca tantissimo, per fortuna.

Spero solo che non intralci con la mia prossima futura laurea. Mi mancano due esami, che devo riuscire sapientemente ad incastrare a Novembre prima dell'intervento. E poi la tesi. A tal proposito ho ripreso a programmare in Java dopo oltre due anni. Con risultati finora più che discreti tenendo conto dell'astinenza. Dopotutto quando qualcosa la sai fare discretamente bene anche un po' di tempo senza attività non è una tragedia.

Ricordatemelo tra sei mesi, quando forse chiederò di nuovo al mio crociato di tornare sul parquet.

29 settembre 2007

Parkè Parkè

Il 26 maggio ero qui, su questo Blog, a parlare di spareggi, di Manfredonia, di partite, di trasferte a Lecce e di finali vinte. Quella sera però qualcosa non andò come doveva, e non ci fu più alcuna trasferta a Lecce, nessuno spareggio e nessuna promozione in Serie D. Quattro mesi dopo sono ancora qui, su questo Blog, cercando idealmente di chiudere finalmente un cerchio aperto quattro mesi fa.

La Serie D è arrivata dopo, a fine Luglio, dalla porta di servizio dei ripescaggi, e in quella squadra oggi ci sono anche io. Non so neppure io dove riesco a trovare ogni volta la forza di rialzarmi, cancellare tutto e ricominciare daccapo dopo i tantissimi infortuni di questi anni. Ma ci sono anche io. Stavolta avevo visto davvero vicina la possibilità di non mettere più piede sul parquet e di non giocarci davvero più, a basket, ma per fortuna ciò che pareva rotto in realtà rotto non era e quella piccola speranza di poter tornare sul parquet è diventata via via sempre più grande.

Ancora oggi sto facendo riabilitazione e potenziamento, ho ripreso ad allenarmi con gli altri da solo 10 giorni, ma per assenza e indisponibilità dovrò tornare nella mischia già da oggi. Quattro mesi dopo, sullo stesso parquet dell'infortunio, per l'esordio in Serie D. Quella serie D che - io personalmente - avevo sempre visto come obiettivo della mia "carriera" (se la vogliamo chiamare tale) ora è finalmente lì, a solo 2 ore di distanza, e a me tutto questo non mi pare quasi vero.

Dal ritiro alla serie D, in quattro mesi. Quattro mesi passati tra ortopedici, fisioterapisti, palestre, osteopata, risonanze, radiografie e ospedali. Quattro mesi che mi hanno restituito anche dieci chili più magro. La forza della paura, decisiva anche nelle diete. Non sto ancora benissimo, ho abbastanza paura dei contatti, non ho ancora il ritmo partita ed evito movimenti pericolosi dove potrei farmi male, ma ci sono.

Non ho voglia di dimostrare niente, in squadra abbiamo fior di giocatori che possono risolverci la partita in ogni momento. Per me basta esserci e dare il mio contributo. Sarebbe già tanto, visto quello che ho passato. Il borsone è pronto, tra 90 minuti si gioca. E' ora di andare.

Ore 18.00 - Nuova Pallacanestro Corato vs. Basket Barletta, il mio esordio in serie D.
Tifate per noi.
O almeno per me, me lo merito.

31 agosto 2007

Accorato, a Corato

Se il calendario non inganna, sono tornato a Corato il 5 agosto. Oggi è 31 agosto. Ventisei giorno dopo torno a riaggiornare il Blog. Avrei potuto farlo il 7, il 21, il 15 o il 37. Anzi no, il 37 no perchè di 38 giorni c'è solo Settembre. Lo faccio oggi perchè sennò altrimenti è brutto un intero mese senza post, e tralaltro tuttora mi chiedo cosa la gente ci venga a fare qui.
E allora vediamo di scrivere qualcosa, aggiungendo anche questo mese una perla a questa galleria di letteratura.

Sono sempre stato un tipo tradizionalista, io. Nessuno si azzardi a spostare il mio compleanno dall'8 ottobre. Ci tengo. Così come ci tengo che il Mercoledì segua sistematicamente il Martedì e che Pasqua sia sempre di Domenica. Sono tradizioni. Anche Natale: o il 25 dicembre o niente. E allora anche questo blog deve avere un aggiornamento al mese. Non uno di più, non uno di meno.

Questa mia tendenza alla tradizionalità e alla tradizionalizzazione delle tradizionali tradizioni che si tradizionano con tradizione ogni tradizionale anno pieno di tradizioni si è vericato anche quest'anno. Tradizionalmente. Guarda caso. Ritorno a Corato, una decina di giorni sistematica di svacco più totale, pranzone di Ferragosto, il mitico intrattenimento di San Cataldo, il panino di San Cataldo, un giorno di male (se proprio è necessario), ripresa degli allenamenti e infine la ripresa dello Studio.

Tutto come tradizione, anche quest'anno neanche tanta. Il pranzone di Ferragosto tanto pranzone non è stato, visto che sto fingendo una dieta (-9 chili da Giugno), il Panino di San Cataldo non c'è stato per via di quel cretino di Davide che ha partorito il bambino che aveva nella pancia (-91 chili da avant'ieri) che con la scusa della dieta, delle infezioni esantematiche, della peste, della sesta malattia e delle porchette prodotte in Cina condite col piombo si è tirato fuori dal rituale del Panino. Conseguenza: Anatemi su di lui, il mancato Sacrificio al Dio Camion di San Cataldo gli procurerà infinite sofferenze, come ad esempio quando il pantalone gli andrà largo e non potrà più sfoggiare un doppiomento così.

Piccoli cambiamenti anche sul fronte basket. L'ormai celebre Ginocchio-che-va-per-fatti-suoi mi sta assillando ormai da mesi. Dopo l'infinito giro tra Ospedale, Ortopedico, Primario, Osteopata, Fisioterapista, Lavandaio, Sarto, Fuciliere Assaltatore e Marmista è emerso che "non ho niente, ma forse anche no", cioè che posso riprendere a giocare ma non avrò mai la certezza che da un momento all'altro mi ceda tutto e il legamento crociato decida di svincolarsi dal resto del corpo. Esattamente quello che uno desidera sentire, no? Ma in ogni modo proviamoci. Abbiamo ripreso in palestra, stiamo provando a fare allenamento e ogni giorno sto facendo gli esercizi di potenziamento che mi hanno prescritto. Sono tornato sul parquet sono 100 giorni di inattività. Visto come si era messa a un certo punto è già un grosso risultato. Non ho fretta, voglio riprovare gradualmente tutti i movimenti sperando di poter tornare a giocare una partita. Una di quelle vere. Prima dei 42-43 anni però.

Ah, poi c'è lo studio. Ci sarebbe, diciamo. Ma finora non si studia manco a parlarne. Nessun professore del Dipartimento è disponibile ad incontrarti per fissare un esame manco a pagarlo, per cui i libri rimangono per ora tutti nel dimenticatoio. Come da tradizione occupo il mio tempo agostano a organizzare per l'anno undici di fila il ricco e famoso Fantacalcio Coratino, attività ludica in cui tengo a bada 15 imbecilli che si dilettano infiammando un pomeriggio scannandosi a colpi di Llama, Cascione, Boudiansky e Gargano. L'organizzazione ormai è pronta, l'asta è fissata per domani. E' il giorno più atteso dell'anno, quello più bello, tanto poi il Fantacalcio per noi interisti ma non solo si rivela un ulteriore fonte di sofferenze, incazzature, rosicamenti e cattivo sangue. Ma ci piace. Sadici, masochisti e fessi.

Devo anche mettere online un miliardo di foto di quest'estate. Fasano, Sardegna, Fantacalcio.
Ma per quello c'è settembre. Altrimenti poi che scrivo?

20 luglio 2007

Voce del verbo Sardegnare

Io Sardegno, tu Sardegni, egli Sardegna. Ma forse anche ella, mi sa. In generale tutta la famiglia Musto, mettiamola così. Edizione numero 9 delle vacanze in Sardegna per l'allegro gruppo dei genitori e sorelle del ragazzo alto e splendido: esordio nel lontano 1998 e unico stop forzato nel 2004. Ormai la Sardegna la conosciamo a memoria, diciamo.

Scrivo questo post in mutande, grondande di sudore, stanchissimo, con due occhiaie così e con un miliardo di cose da fare. Consegno al blog un'immagine dall'altissimo contenuto erotico ma altrettanto utile a capire la situazione attuale. Per aumentarne la sensualità potrei anche dire che sono bianco ma veramente bianco perchè di mare non ne ho visto tipo niente, fino ad oggi, ma non è il caso perchè questi quindici giorni in Sardegna mi serviranno a recuperare quello che non ho fatto negli ultimi 350. Forse.

E allora sotto con il mare, il sole, le nuotate, il cibo sardo, le spiagge, i traghetti e i viaggi di notte. Tutti ingredienti delle nostre abituali vacanze sarde, ma con quest'anno un quid in più: Marica. Dopo aver passato gli ultimi 5 anni nel più classico stile-Grande Fratello con la fidanzata che può contattarti solo col cellulare. Sicuramente la lontananza rinforza, ma in questi cinque anni ci eravamo rinforzati anche troppo, per cui basta così.

Motivo scatenante: L'acquistone della C-Max. Si è liberato il tanto agognato posto numero 5, ed è il minimo destinarlo alla persona che da quasi 7 anni mi sopporto in tutta la mia altezza e bellezza. E' il giusto premio per una maestosa sessione d'esami, che si è chiusa questa mattina con il quarto trenta e lode degli ultimi cinque esami: Ambienti 3D Interattivi. Anche stavolta ho condiviso il traguardo con Lucio e Massimo (in rigoroso ordine di età). Ormai facciamo sempre gli esami a tre. I coglioni si dice che vadano sempre a coppia, ma di certo anche noi non scherziamo. Chissà se anche la laurea sarà diviso tre. In ogni modo: Meno tre alla Laurea, ma ufficiosamente è un meno uno.

Per quanto mi riguarda, invece, sono esattamente al meno zero: Tra poco spegnerò ogni pc della casa e darò loro i consueti quindici giorni di relax prima di riprenderli ad utilizzare le consuete 10 ore al giorno. Molta gente mi chiede se abbia intenzione di portarmi il portatile in vacanza. La risposta è: NO. La Sardegna è per me un centro di accoglienza, un luogo di disintossicazione da tutto ciò che di tecnologico può esserci attorno a me. Userò solo il telefonino, ma solo nei casi di estrema necessità ed aerando il locale prima di soggiornarvi. Ci tengo al mio benessere. Mentale.

E' tutto ormai quasi pronto, mia madre si cimenta con ricche pizze rustiche e tra poco mio padre condurrà la consueta prestazione-spettacolo in cui con leggiadria, grazia, sapienza e genialità riesce a far entrare in un cofano minuscolo l'equivalente di bagagli che necessiterebbe di un vagone merci. E' un talento naturale.

Sarebbe tutto perfetto, se non fosse che il ginocchio sta dando nuovamente interessanti segni di cedimento. Chissà che l'effetto placebo della Sardegna non abbia successo anche su questo. E allora veramente sarebbe un miracolo.

Buone Vacanze a tutti,
A me un po' di più.

11 luglio 2007

Cimmàcs

Un anno di Blog. Molti non lo ricorderanno, probabilmente a ragione, e altrettanto a ragione direi che a dir la verità non lo ricordavo neppure io, ma un anno fa, esattamente tipo a quest'ora, esattamente tipo dove sto seduto ora ma forse anche no nasceva questo blog.

Inizialmente avevo intenzione di scrivere un post celebrativo, perchè un evento di questa portata merita di essere celebrato, ma poi ho cambiato idea e poi l'ho cambiato ancora, col risultato che ora parlerò di qualcosa, poi vediamo se riguarda l'anniversario.

Luglio è un periodo di eventi, mettiamola così. Dopo sette anni e otto mesi di onorata carriera la onorata Ford Focus ci ha lasciati, permutata con una Ford Focus C-Max usata del 2006. Sempre di Ford Focus si tratta, ma non è esattamente la stessa cosa. Non sono mai stato troppo romantico, ma essere in fondo fidanzati con una ragazza che lo è alla fine un po' te lo fa diventare. E' tipo la proprieta transitiva, con la differenza che a me gli uomini non piacciono. Ma forse neanche a lei, chi lo sa.

Lì per lì non ci pensi, pensi al fatto che la marmitta della Focus era quasi totalmente distrutta a puttane e al fatto che il cambio era discretamente andato per fatti suoi. Lucidamente pensi che sia il caso di cambiare macchina, soprattutto tenendo conto che tra tipo poco tempo te ne vai in Sardegna e rimanere abbandonati dalla macchina verso la zona di Arzachena non è esattamente una cosa che si inserisci nei primi 3 posti per i desideri del 2007.

E allora sotto con la macchina nuova: Ford Focus C-Max. Ford perchè ormai è dal 1992 che andiamo avanti con le Ford (Orion, Mondeo, Focus): sono affidabili e non ci hanno mai lasciati col culo per tera. Focus perchè con la vecchia macchina ci siamo trovati più che benissimo. C-Max perchè mi sembra anche giusto che per una volta si tenga conto delle dimensioni fuori norma del figlio maschio (la C sta infatti per Cataldo, il Max per le dimensioni) e ci si renda conto che è il caso di fargli percepire il beneficio di entrare in una macchina potendosi sedere comodamente, senza testare ogni volta curiose configurazioni per decidere come ficcare le gambe nell'abitacolo. Ora la C-Max è più o meno a 200 chilometri da me, i miei sono a Metaponto e io dal 3 luglio l'ho guidata si e no due volte, e una delle due volte è stato tralaltro per andare a prendere mia sorella da scuola subito dopo l'orale della Maturità, orale che avevo preparato con lei facendo nottata (ma nottata vera, zero ore di sonno) e rischiando dunque di spatasciarmi su tutti gli spartitraffico (spartitraffici? spartotraffico? spartotraffici?) della città.

Conta che la Focus un po' ci manca: è stata la macchina della mia Laurea, la prima macchina che ho guidato, la prima in cui ho portato Marica, la prima macchina post-patente, la macchina con cui ho fatto i miei viaggi principali, l'unica che ho portato fuori Corato, la prima macchina con cui ho fatto Caroselli festeggiando l'Inter (!!!!!) e l'Italia in giro per la Città. E potrei continuare a lungo. La Focus è stata la prima mia macchina, punto e basta. E solo per questo un posticino indelebile del mio cuore ce l'avrà sempre. Se lo merita.

E' periodo di eventi, dicevo: Non a caso oggi abbiamo verbalizzato Basi di Dati II. Dopo un anno e tre mesi. QUINDICI MESI per elemosinare un ventisette. Quando in campo scientifico si prendono SETTE PERSONE e le si mettono contemporaneamente a lavorare sullo stesso progetto è tipo per scoprire nuovi genomi o proteine rivoluzionarie, non certo per realizzare una frizzantissima Base di Dati per un ospedale. Scandaloso. Ormai però è andato, guardo il rigo n°8 sul libretto, ricavo un croccante -4 dopo una rapidissima sottrazione (che poi sarebbe qualcosa in meno di -4, ma aspettiamo l'ufficialità) e pensiamo avanti.

Pensiamo tipo a domani, con la casa libera e Davide che viene a pranzare a casa.
Ma di questo parleremo più avanti, forse meriterà un post.

29 giugno 2007

Parole Crociate

Non ho mai creduto troppo nel destino, da sempre. L'idea che la mia imminente vittoria alla Lotteria di Capodanno possa già essere scritta da qualche parte non mi piace. Devo essere io a decidere quando vincere 6 miglioni di euro. E in questo momento non lo voglio, mi sa.
A volte però accadono un po' di cose che ti portano un istante a riformulare dodici-tredici tra le tue convinzioni più profonde e ti obbligano a cambiare la tua scala di valori e di priorità. Corsi e ricorsi storici, mi era già successo nel 2003, mentre correvamo verso Andria dopo la frizzante aritmia che aveva deciso di venire a trovarmi nel bel mezzo di un allenamento. In quel caso la scelta fu piuttosto obbligata. Dimagrire, subito. Persi circa 20 chili in 7-8 mesi, senza dieta, ma facendomi un mazzo così. Da allora non ho più avuto problemi di sorta. E lasciamo stare che poi in 4 anni buona parte di quei chili li abbia ripresi.

Poi si arriva ad oggi, con il classico scenario da Sliding Doors, il momento che ti cambia la vita, una botta al ginocchio nella partita più attesa, la stagione finita con una settimana di anticipo e un mese di calvario per capire cosa fosse successo. Medico, Ortopedico, Risonanza e ancora Ortopedico, un lunghissimo giro per iniziare a capirci qualcosa. In realtà qualcosa lo si era capito: Lacerazione del Legamento Crociato Anteriore, almeno a leggere la risonanza non parevano esserci molti dubbi, dovevo operarmi. Vedevo già con gioia avanti a me 7-8 mesi di calvario tra operazione, riabilitazione e un miliardo di problemi dati alla mia famiglia e a me stesso, Università compresa.

All'improvviso però il viaggio della speranza: Decidiamo di farmi visitare dal primario dell'ospedale di Acquaviva, quello che avrebbe dovuto operarmi. Uno figo, dicono. Mi fa spogliare, mi fa spiegare tutto, mi prende il ginocchio, mi fa tutti i test possibili e immaginabili e conclude dicendo tipo: "Se vuoi prendo l'artoscopio e ti opero, ma secondo me non ha niente". Alla faccia della Risonanza. "E' un interpretazione di un'immagine", dice lui. "E vaffanculo a chi mi ha fatto star male per 10 giorni interpretando qualcosa a cazzo di cane", penso io. Penso ma non dico, mi dimentico di chiedere una marea di cose fondamentali perchè in quel momento tutto lo scenario che ho nella mia testa cambia. Non mi opero più. Sto bene, forse.

Il viaggio di ritorno è pieno di gente che mi chiama sollevata. "Sto bene", dico, ma poi però riprendo a pensare a quant'è strana la vita. Il discorso delle "Sliding Doors" è proprio vero: E se mi fossi fatto visitare da un altro che magari mi avrebbe operato per sicurezza? E se in quell'azione invece di uscire in post-basso avessi deciso di spostarmi altrove? E se Roberto non mi avesse fatto entrare? E se il tipo del Manfredonia mi avesse colpito un centimetro più a sinistra?

A volte un centimetro può essere anche decisivo. Un centimetro così come un punto, lo stesso punto per il quale il Manfredonia è stato promosso in D al posto nostro. Quella stagione finita con una settimana di anticipo mi è rimasta davvero qui. Ora sono passati 32 giorni dall'infortunio, il ginocchio si è quasi totalmente sgonfiato e io ho ripreso ad andare in Palestra. L'ortopedico mi ha detto di riprendere immediatamente ad allenarmi, secondo lui non c'è nulla, ma se dovesse esserci una lesione la dovrei avvertire. E ci sto andando ogni giorno, manco fossi una persona seria.

Per me, amante di Torte Cameo allo Yogurt, di Pringles e di Kinder Pinguì, è una gioia poter riprendere a correre, a sudare, a farmi un mazzo così. Per giorni ho cullato dentro di me l'idea di dover dimenticare tutto questo, io che senza lo sport quasi non ci vivo, io che tra poco vado a vedermi il secondo tempo della Colombia su Sportitalia. Un anno senza basket sarebbe stato semplicemente pazzesco.

E invece sono qui, che un giorno vado a correre con Marica alla villa comunale e l'altro con Davide smazzo facendomi 40 minuti di corse sulle varie macchine e altrettanti di addominali ed esercizi, perchè se dovessi pure riuscire a perdere un dieci chili abbondanti sforzare il ginocchio un po' meno mi farebbe decisamente bene. Non so neppure io perchè mi sto allenando così intensamente già da ora. All'inizio della stagione mancano due mesi, dopotutto, ma in questo momento sento che la cosa più giusta da fare sia questa.

Molto pragmaticamente potrei dire che me la sono vista brutta e che voglio fare in modo che non riaccada, ma tanto non sarò io a deciderlo. Se deve succedere, succederà ugualmente. Possiamo solo provare ad indirizzare la nostra vita agendo in un certo modo, ma alla fine se c'è qualcosa di scritto si può fare poco. In questo momento il destino mi ha dato questo, mi ha lasciato 20 giorni di paura, del rammarico per una stagione chiusa prima, ma anche tanta fiducia di poter riprendere a giocare immediatamente. Ora vediamo cosa mi riserverà il futuro.

Da parte mia, spero solo che quel crociato rimanga per sempre al suo posto.

26 maggio 2007

Ci siamo anche noi

Esattamente un mese fa, giorno più giorno meno, attorno a quest'ora perdevamo il secondo derby stagionale, con un canestro da tre all'ultimo secondo. Esattamente come all'andata. Una mazzata del genere avrebbe spento le speranze di ogni squadra, in quei giorni iniziava a profilarsi seriamente la possibilità di finire la stagione fuori dalle Final Four e soprattutto dietro al Sempre Avanti.

A un mese di distanza, abbiamo vinto le Final Four. Un impresa incredibile, probabilmente molti di noi non hanno neppure realizzato quello che siamo riusciti a combinare. Tutto quello che ci è successo in questa stagione, a partire da due legamenti rotti, continui infortuni su spalle, ginocchia e caviglie fino ad arrivare alla perdita di un genitore avrebbero probabilmente spezzato le gambe a chiunque. Noi invece, paradossalmente, siamo riusciti a consolidare un gruppo pieno di primedonne proprio in queste difficoltà.

Abbiamo vinto. Sono stato indeciso per giorni se pubblicare o meno un aggiornamento di questo tipo. Sarebbe il secondo aggiornamento serio di fila, troppo per un blog che fondamentalmente si prepone di scrivere puttanate: ma alla fine ho deciso, pur esulando un po' dalle classiche tematiche del blog mi sembra giusto che quello che è stato fatto meritasse un piccolo riconoscimento. In questo momento siamo a 4 partite di distanza dalla Serie D: un obiettivo che a inizio stagione sembrava difficilissimo e che a tre quarti di campionato sembrava ormai solo un sogno. Corato, Manfredonia, Lecce, Crispiano, Brindisi. Da una di queste cinque squadre uscirà la vincitrice di questi spareggi. Penso sia difficile che una delle nostre 4 avversarie sia più forte della Futura Bari che abbiamo incontrato in finale, ma sarebbe da stupidi illudersi di poter vincere facilmente, magari ora andrà a finire che le perderemo tutte e 4, ma ci sarà da lottare, sudare, rotolare (almeno per me) e soprattutto tirare una marea di mazzate (sempre per me).

Comunque vada, sarà una bellissima esperienza, questo è certo. Per 10 imbecilli come noi che (escluso Jordan) a malapena sanno cosa sia la Serie D, per me che ho giocato al massimo in Promozione l'idea stessa di poter essere promossi è qualcosa di realmente incredibile. Per me che a malapena mi sono spinto fino a Gioa e Putignano l'idea di andare a giocare a Brindisi e a Lecce è qualcosa che rende orgoglioso di ciò che abbiamo fatto, l'idea di poterci confrontare con gente di altre regioni, con vecchiacci leccesi con la panza e ragazzini che parlano in brindisino è davvero bello. Per non parlare del pullmann in pieno stile Pasquetta che abbiamo organizzato per andare a Lecce domattina. Se non è qualcosa da raccontare a figli e nipoti, poco ci manca.

Per quanto mi riguarda, non arrivo a questi spareggi nella migliore forma possibile. La seconda distorsione che ho avuto prima delle Final Four mi ha tagliato definitivamente le gambe, penso di potermi scordare prestazioni-spettacolo come i 25 punti dell'anno scorso, ma - come ho già dimostrato Domenica - anche in questo condizioni so di poter dare un contributo. Tra 2 ore sarò in campo, e questo per me è già importante.

Ma tanto perdiamo.

26 aprile 2007

Quindici

Sono interista.
Certo, dirlo dopo uno scudetto vinto è abbastanza semplice, ma io sono interista da molto tempo. E' difficile dire da quando, di preciso. Tempo fa lessi una frase, diceva qualcosa del tipo "Le grandi amicizie, i grandi incontri, le grandi passioni, i grandi amori..non si sa mai quando iniziano. E' una cosa fulminea, non sei lì con l'orologio a segnare in che momento sia successo." Era di Prisco.

Per me è stato esattamente così. Non ricordo da quanto tempo sono interista, nè tantomeno perchè. Per semplicità mi piace immaginare il mio essere interista dal mio primo e preciso ricordo, i festeggiamenti del 1989 negli spogliatoi, dopo il 13° scudetto. Allora decisi che sarei stato interista. Ero un bambino di sette anni, di prima elementare, sentivo che quei colori mi avrebbero dato soddisfazioni. Sono sempre stato un bambino troppo avanti, molto lungimirante. Direi pure troppo, in quel caso. L'Inter quell'anno perse 2 partite: la prima, contro il Torino e la seconda, a scudetto già vinto, 4-3 contro la Fiorentina. Ricordo chiaramente che dopo quella partita piansi. Avevo 6 anni, e non avevo minimamente idea di quello che avrei visto negli anni successivi.

Allo stesso modo non ricordo neppure il mio primo calciatore preferito. Forse Klinsmann, forse l'ultimo Schillacci, magari Ruben Sosa, escludo a priori Bergkamp. Dei primi anni non ho tantissimi ricordi, ricordo abbastanza bene la vittoria della Uefa nel 1991, quella del 1994 vista a casa di mia nonna vinta con un gol di Jonk con colpo sotto (non so se mi spiego). Forse ricordo persino troppo, tenendo conto che a quei tempi avevo 12 anni scarsi. Da quel momento in poi i ricordi si fanno via via più intensi, più decisi, più chiari.

Ricordo la Maglia Fitgar e quella Fiorucci, ricordo le prodezze di Igor Shalimov e la scommessa di Orrico, Ricordo Benny Carbone e Roberto Carlos, ricordo l'esultanza in camera mia al gol di Centofanti contro la Fiorentina (!!!) e la faccia tristissima nella sconfitta 1-0 con il Lugano. Poi ho iniziato a diventare interista sul serio, a tifare davvero per quegli 11 imbecilli. La finale di Coppa Uefa con lo Schalke, 1997, Ganz che nei supplementari mi mette sulla traversa il pallone della Coppa. La sconfitta ai rigori. Niente lacrime stavolta, però.

Nel '98 è arrivato Ronaldo. Il primo giocatore che ho amato, probabilmente. Ricordo il primo gol, al Bologna, quello dopo alla Fiorentina, con me che esultavo a casa del mio vicino di casa. Ricordo una vittoria 2-1 contro il Vicenza con un rigore al 95°. E' stata la prima volta che ho esultato come un matto per l'Inter. Ricordo il mio sorriso al primo gol di Kanu, ricordo me in bicicletta che andavo a giocare a basket da Corradino e sentivo alla radio del rigore non dato a Ronaldo. Ricordo la finale di Coppa Uefa, la mia prima vera vittoria da tifoso interista, la Gazzetta comprata il giorno dopo e il sorriso a mille denti che sfoderi quando arrivi a scuola. Un sorriso che avrei sfoderato poche altre volte, però.

Quelli sono stati gli anni in cui ho iniziato a condividere il mio essere interista con gli altri. Il primo probabilmente è stato Italo. Con lui ho seguito tutte le partite dell'Inter del 2000, con lui ho fatto riti scaramantici di ogni tipo possibile e immaginabile mentre seguivamo le partite all'Inter Club, con lui ho atteso il ritorno di Ronaldo dopo l'infortunio e il crack del ginocchio dopo 7 minuti. Mi chiusi in camera, iniziai a cercare su Internet qualcosa da leggere. Allora scoprii i newsgroup. Paradossale, ma noi interisti ci uniamo nel momento del bisogno. Ricordo anche il Derby 0-6, visto a casa di Paola. Mai nella mia vita 90 minuti sono trascorsi così lentamente. Erano i tempi di Baggio, di Baggio che ci faceva vincere lo spareggio col Parma, 3-1, visto a casa della nonna di Italo. Lippi in panchina, Jugovic in campo. Nella stessa casa perdemmo lo spareggio con l'Helsingborgs. In campo Macellari, Cirillo, Vampeta e Robbie Keane. Grazie Lippi.

Ricordo altrettanto bene il 2002, la prima giornata vissuta mentre eravamo al mare, a Bisceglie, il rientro in campo di Ronaldo, la gioia per il primo gol dopo l'infortunio, l'Inter in testa alla classifica e tutte dietro ad arrancare. Ricordo il 4 maggio 2002, al Jack Madden, io Roberto e Maurizio e io che dicevo "So già come andrà a finire domani". Ma non andò a finire come pensavo, Gresko non fu d'accordo. Quel giorno, per la prima volta, mi sono tolto la maglietta e sono uscito dal balcone, urlando. Poi non ho urlato più.

Dopo ho conosciuto meglio Davide e Fabrizio, ed è con loro che ho convidiso tutte le partite recenti. Da Luciano che tenta di fare la bicicletta e ci fare ridere, passando per l'Inter di Zaccheroni che gioca bene e che ci piace, fino ad arrivare al primo Adriano, quello forte, quello che piaceva a tutti, ma che non ha mai sostituito Ronaldo nella mia testa. Sono arrivate le prime vittorie, le esultanze per una stupida Coppa Italia in uno stupido 2005. Il gol su Punizione di Mihaljovic che suggella la vittoria, io che abbraccio Antonio e l'acqua che va a finire sul padre di Davide che rimane bagnato ma felicissimo. Abbiamo vinto la Coppa Italia. E abbiamo fatto pure i Caroselli. Solo noi.

Allo stadio, per forza di cose, non ci sono andato tantissime volte. Due volte contro il Bari, 96 e 98, una volta al Birra Moretti nel 2004, una volta a San Siro nel 2003 (semifinale di Champions). Tutte sconfitte dell'Inter. Pensavo di portare sfiga, e lo pensavo fino alla fine del primo tempo della Supercoppa 2007 contro la Roma. Poi è finita diversamente, ed il viaggio con Davide - già splendido, è diventato indimenticabile. La stagione era iniziata già bene, Scudetto vinto a Tavolino e Ibrahimovic che inizia a giocarmi con il numero 8. Ibrahimovic, il primo che dai tempi di Ronaldo è riuscito a farmi appassionare a un singolo giocatore, il primo che dai tempi di Ronaldo è riuscito a farmi togliere la maglietta ad un gol, quello nel Derby. Ibrahimovic, il primo che è tornato a farmi sentire un cazzo di ragazzino di 14 anni che se ne va appresso a un calciatore.

La stagione è scivolata via rapidamente. Si poteva festeggiare il 18 aprile, si è festeggiato il 22 aprile. Abbiamo vinto lo Scudetto, non sembra vero. Ero a Trani, a pranzo. Ricorderò il messaggio di Davide che mi dice che l'Inter vince e la Roma perde, io che lascio il pranzo e vado ad ascoltare la Radio, io che quasi mi faccio venire gli occhi lucidi al fischio finale e sorrido al Messaggio di Davide. "Campioni d'Italia". Anche se lui non è interista. Mi chiama Ilvo, mi urla "Campioni d'Italia, ti voglio bene", e a quel punto di viene il magone. Il tifo per l'Inter che unisce due che nella vita si sono visti una volta. Mi arrivano 1000 messaggi, 2000 squilli, una marea di gente ha detto di avermi pensato. Aspettavo quel momento da troppo.

Abbiamo vinto lo Scudetto, non mi sembra vero. Ho visto i festeggiamenti in piazza Duomo fino all'1 di Notte, ricordando quando in quella Piazza sei mesi fa c'ero io. Abbiamo vinto lo Scudetto, di nuovo, sono passati 18 anni. Finalmente.

CAMPIONI D'ITALIA. Ce lo meritiamo tutti.

17 aprile 2007

Post Post Pashqone

Sarò breve: Posso permettermi di dedicare a questo post non più di 8 minuti, visto che i precedenti 22 li ho utilizzati cercando di decidere in che modo scrivere la parola Pashqone.
Partirei con l'analisi logica: Post è il soggetto, Post è un complemento di tempo, Pashqone è l'oggetto del Post (il primo Post, non il secondo, perchè il secondo è un complemento di tempo e viene dopo, infatti ho scritto Post, proprio per dire che questo è un Post che parla di qualcosa successo Post il Pashqone). Appost.

L'inizio non è niente male, quando voglio so essere chiaro e deciso. Come la Sambuca Molinari, che è chiara e decisa (lo diceva la TV, quindi è vero), infatti non l'ho mai assaggiata proprio perchè lei mi ha intimato di non farlo per nessun motivo.
L'oggetto del post, dicevo, prima di spostarmi verso i binari dell'indecenza, è il Pashqone, giorno che convenzionalmente si pone a cavallo tra la Pasqua (che per combinazione cade sempre di Domenica) e il Martedì (che per combinazione cade sempre di Martedì). Parliamo quindi di un Lunedì, perchè la Pasquetta per definizione è di Lunedì. Pasquetta in Coratino, e forse non solo, si dice Pashqone.

E' un evento particolare, evento in cui le persone - sempre per convenzione - comprano due fettine di carne, una scatola di Spaghetti da dividere in 500 e da bagnare con 500 (stavolta per ciascuno) bottiglie di birra e vino con i risultati ovvi che ognuno può immaginare. Molti decidono di organizzarla sulla Murgia, senza una destinazione precisa, ma poi va a finire che "venite con me, che conosco un posto bello" e TUTTI finiscono a sedersi sull'erba nel raggio di tre metri. Nessuno si sposta, perchè è una questione di principio, mentre tutt'attorno ci sono quintali di Murgia che rimangono vuoti. Ma è bello così. Tipo come quando 1000 bambini di età compresa tra 8 e 8 anni iniziano a giocare a pallone, ti arriva il Supersantos nella Pasta al forno e l'eco dei nomi dei santi che hai tirato giù arriva fino tipo a Quasano.

Metterò su Flickr le foto della mia Pasquetta, trascorsa romanticamente con Marica, quando ne avrò voglia. La giornata era già iniziata benissimo con una scena degna di nota: Arrivo in Campagna, io e Marica scendiamo dalla macchina e troviamo la MIA Pineta occupata da ALTRE persone mai viste che stavano mettendo tavoli nella MIA campagna. Immediato scambio di battute: "Lei chi è" - "Io sarei il proprietario, guardi" - "E io come faccio saperlo, non ha una carta che me lo dimostra?" - "Ma secondo lei io vado in giro con i tabulati del catasto? Se le dico che è mia è mia" - "Ora chiamiamo le guardie e vediamo" - "Allora, mi scusi, se qui c'è uno che deve chiamare le guardie questo sono io, visto che la campagna è MIA". Detto questo, il simpaticissimo signore decise di rimettere a posto i suoi 42 tavoli di plastica, richiamare all'ordine i suoi 100 nipoti che stavano distruggendo la campagna, coprire le teglie di pasta al forno e ripartìre alla ricerca di un nuovo posto (presumibilmente sarà andato a finire nei tre metri sopra citati) lasciandomi libero di godere la mia Pasquetta.

Arrivano le 4: Colpo di Genio. Andiamo a Visitare Castel del Monte. Non ci andavo dalla 4°elementare, sarebbe bello tornarci. Mi sembrava un'idea carina. Peccato che questa idea carina, in contemporanea, l'avevano avuta altre SETTECENTOMILA persone. Castel del Monte sembrava piazza del Popolo, UN ORA e TRENTACINQUE per parcheggiare, sembrava il concerto del Primo Maggio. Ma senza concerto. Con costanza e con pazienza (e il primo che fa battute del tipo "Ma sei andato con due amiche?" lo uccido personalmente) siamo riusciti a trovare posto, a fare la nostra visita e a tornare a casa. Stremati, però. Così stremati che non ho neppure fatto in tempo a salutare i miei cugini che ripartivano per Forlì e mi sono immediatamente piazzato nel letto dove ho dormito fino al Giovedì Santo dell'anno dopo. Come la classica nonna di 80 anni, con la differenza che io non ho nipoti.

Tralascio il fatto che abbia mangiato come un maiale, visto che i 19 punti segnati sabato (miglior prestazione stagionale, a leggere Basketpuglia) hanno messo in secondo piano tutto ciò. Ma ero in una delle classiche giornate in cui anche se tiri a occhi chiusi da un canestro all'altro la metti, per cui Sabato cercherò conferme nel temibile Derby contro il Sempre Avanti (cui vi chiedo di non mancare).

Parentesi interessante, sto scrivendo questo post per due motivi: il primo è che dopo la morte della scheda madre del mio Desktop avevo spostato tutti i miei averi sul Notebook, peccato che ieri è morto anche l'alimentatore del Notebook. Ho fatto appena in tempo a passare le cose più importanti (Università e Serie TV) su questo splendido Pentium 1000 che mi permetterà di sopravvivere nei prossimi 10 giorni.
A meno che anche questo portatile non esploda proprio ora, a quel punto inizierei a pensare seriamente che gli oggetti tecnologici della mia camera siano posseduti. E a sei giorni da un esonero non è esattamente il massimo.

8 minuti sono passati, forse anche di più.
E' ora di chiudere

ps) Non continuate a cercare il secondo motivo, non ho nessuna intenzione di scriverlo. C'è qualcosa che deve accadere, e se DOVESSE, due post nello stesso giorno sarebbero troppi.

30 marzo 2007

Compagno Termometro

La prima febbre del 2007, un evento che difficilmente si scorda. Il 2006 in questo senso era iniziato molto peggio, febbre a Gennaio, febbre a Febbraio, febbre a Marzo, con conseguente cura di anticorpi che mi ha permesso di passare l'inverno in uno stato simil-normale quasi dimenticandomi della mia ricca sinusite cronica che da anni mi assilla.

Se la causa del virus sia la fine dell'effetto degli anticorpi annata 2006 o lo sbalzo di temperatura da Savana ad Alaska che ha caratterizzato la Corato di questi giorni non è dato saperlo, fatto sta che sono qui bloccato in casa da tre giorni senza prendere un filo d'aria e vedere un'anima viva (se escludiamo la crocerossina Marica che viene a trovarmi a intervalli regolari e tralaltro mi sa che pure che le ho attaccato la tosse). Mia sorella è in gita, in questo momento sarà tipo a Strasburgo, dopo essere passata da Vienna e Praga. Lei è lì, e io a Corato. Lei si contorce tra Sacher e Palle di Mozart mentre io alterno Zerinol e Spruzzi di Rinazina. Sono motivi di allegria. Tanta allegria. Speriamo solo che la Sacher che chiaramente mi merito non soffra troppo il lungo viaggio.

Troviamo dei motivi per essere contento: Sono finite le lezioni, ora si torna a Bari il 17 aprile. Qui potrei quantomeno sorridere, in vista di una Pasqua tranquilla e una Pasquetta a casa, ma il sorriso immediatamente si trasforma in ghigno che poi muta in riso isterico quando torno a ricordarmi dei miei 800 impegni quotidiani di questo periodo. La prossima volta, se dovessi decidere di preparare 4 esami in contemporanea come sto facendo ora, prendetemi a calci fortissimi sulla testa e poi sparatemi con un fucile a canne mozze. Da vicino. Non è un motivo per essere contento, dunque.

Troviamo altri motivi per essere contento: Domani c'è la Partita, facile - in teoria - con l'Acquaviva. Come lo era facile sabato scorso col Monopoli. Poi sappiamo come è finita. Noi molli, svogliati, rincoglioniti e da raccogliere col cucchiaino, arbitro chiaramente figlio di puttana e sconfitta di 20 con due espulsioni. Per chi non lo sapesse, 3 giornate a Giovanni, 2 a coach Roberto, 1 allo scorer Mario e 175 euro di Multa. Ci mancava solo l'abbonamento a Juve Channel e poi c'erano seri motivi per il suicidio. Domani dovremmo essere 7, compreso me, che non mi alleno da Lunedì vista l'interessante febbre che mi tiene qui a casa. Ok, nemmeno questo è un motivo di allegria.

Ecco, ho trovato un motivo per essere contento: Non ho preso la peste bubbonica
Almeno, non ancora.

24 marzo 2007

Dall'altra parte del Blog.

La gente legge questo Blog. E' incredibile pensare che mantengo una media di quasi 10 visite al giorno (9 delle quali però mie) senza che aggiorni questo blog molto bello da oltre 20 giorni. Figuriamoci se lo aggiornei più spesso, cosa succederebbe. Sarebbe bello che prima imparassi la Consecutio Temporum, però.

Utilizzo troppi congiuntivi, in questo Blog. Saranno reminescenze di Liceo, sarà che mi piace fare il figo sfoderando ogni tre righi uno scintillante Piuccheperfetto congiuntivo, ma forse è il caso che inizi a scrivere più semplice. La gente il congiuntivo non lo usa, Mai. Preferiscono metterci in fila dodici indicativi piuttosto che un congiuntivo. Ultimamente va di moda quello che io chiamo "Congiuntivo Scosso", un concetto molto simile al Cavallo Scosso del Palio di Siena: il Verbo parte e il congiuntivo va totalmente per cazzi suoi, da solo, assumendo coniugazioni random

Oggi mi sento pieno di autostima: Dopo essermi eretto (erto? erettò? ergo?) ad esperto di linguistica mi ergo (erto? ereggo?) anche ad esperto di Musica. Ho indovinato il vincitore di Sanremo. Se fossimo nel 1952 ed io avessi indovinato la magnifica "Vola Colomba" di Nilla Pizzi, questo avrebbe anche senso, ma oggi non so fino a che punto il concetto di Sanremo e quello di "esperto di Musica" vadano a braccetto, visti gli schifi che hanno vinto gli ultimi anni: a partire dai Jalisse passando da Povia fino ad arrivare alla nota Annalisa Minetti.

La Canzone di Cristicchi però era bella. Forse anche di più. Cristicchi è bravo, io lo dico da tempo. Forse anche di più. Ora è facile, l'uomo cespuglioso passa da un salotto all'altro leccato sapientamente dal Maurizio Costanzo di turno, ma io - si sappia - Cristicchi lo ascoltavo già da tempo. So che probabilmente nessuno di voi lo sa, ma mi accorsi subito che il "Vorrei Cantare come Biagio Antonacci" a cui rimarrà probabilmente per sempre legato era solo un pezzo di facciata, che dietro si nascondeva un altro spirito. Spinto da questa sensazione ho preso il CD e l'ho ascoltato. Era come mi aspettavo, con molti pezzi davvero belli. Persino Marica, la prima volta che provai ad inserire il CD nel lettore della Focus, era più che dubbiosa, salvo ricredersi al primo ascolto. Quel CD ci ha accompagnato per un sacco di serate, entrambi abbiamo iniziando ad apprezzare ad uno ad uno tutti quei brani, e lo stesso sta accadendo conl nuovo CD appena uscito: "Dall'Altra Parte del Cancello".

Non mi va di fare una recensione precisa, ci sono tantissimi siti dove potete trovarla, ma vi assicuro che è un discreto CD, dove Simone riesce a toccare temi molto molto profondi (l'Italia in cui viviamo, immigrazione, lavoro fino ad arrivare a "Legato a te", dedicata alla storia di Welby - che vi consiglio di ascoltare, se dovesse capitarvi).

Ed è per questo che non mi sorprendo che Cristicchi abbia vinto. Come dicevo ieri in treno, mi sento solo un fesso di non aver giocato la sua vittoria alla SNAI quando era quotata a 9.00 , dopo la prima serata. Peccato. Mi dispiace altrettanto di non essere andato - tre sere fa - alla Feltrinelli di Bari dove stava presentando il suo nuovo CD e il suo nuovo Libro. Ci sarei andato volentieri, ma venivo da 6 ore di lezione e l'idea di tornare a casa tipo alle 22 dopo aver preso il treno delle 7 della mattina non è esattamente gradevole.

Concludo con una parentesi sulla stagione di Basket, che secondo me sta lentamente andando a puttane. Non mi sono ancora ripreso dall'infortunio e non penso di riuscirci. Ho ripreso a giocare troppo presto e la caviglia, dopo oltre un mese, non si è più sgonfiata. Sto mantenendo 10-12 punti a partita, riesco quasi a saltare (e sottolineo quasi) ma quella elasticità (anche se mi rendo conto che parlando di me è una parola grossa) che sentivo di avere nella gambe prima della distorsione ora non la sento più. Tra 1 ora e qualcosa partenza per Monopoli, vedremo se le sensazioni sono corrette.

Nei prossimi giorni daremo una svolta a questo Blog. I milioni di lettori chiedono aggiornamenti più aggiornatamente aggiornati, e io non posso deluderli.
Ma anche no.

1 marzo 2007

Logicamente, programmiamo

Avevo promesso ai milioni di affezionati lettori di questo blog almeno un aggiornamento mensile. E così sia, mi tolgo il pensiero il primo del mese così per trenta giorni siamo a posto. Se proprio dovesse andarmi tipo tra qualche giorno scriverò qualcos'altro.
Domani riprendono le lezioni, il Semestre è in realtà ripreso da 4 giorni ma io manco me ne sono accorto, ero qui a casa a farmi delle ricche imbarcate di sonno in vista degli altrettanto ricchi treni e ricche sveglie alle 6.20 che mi attendono da qui a Maggio. Sono motivi di allegria. Che ve lo dico a fare.

Ormai organizzo le mie giornate a incastro: Basket, Minibasket, Fidanzata, Fantacalcio, Minifantacalcio, Allenamenti, Partite e quando ho tempo mi vedo pure un paio di puntate di Lost. Devo recuperare il tempo perduto, visto che in Italia è appena iniziata la seconda serie. Ovviamente ho coinvolto nella visione anche Davide, che come me è appassionato di tutte ste robe da folli piene di numeri, di interpretazioni e di una marea di seghe mentali. Ah, sottolineamo: sono questi i momenti in cui mi piacerebbe tanto essere anfibio (non la scarpa, imbecilli). Sono periodi in cui non ho manco tempo per respirare.

Quando mi avanzano 4 secondi provo persino a studiare: ad Aprile dovrei dare sto benedetto Basi di Dati II, che ha appena staccato in scioltezza il 10° mese di vita. Abbiamo superato i tempi del parto, sarebbe ora di togliercelo dalle scatole. Poi mi manca un ultimo esame appeso del primo anno: Rappresentazione della Conoscenza.
Ho sempre evitato come la peste, sto esame. E' una cosa appelle, come va tanto di moda dire nelle nominescion del Grande Fratello, ma in realtà non è poi così male. E' solo che quando apri una slide a caso e leggi "La programmazione Logica è difficile da imparare" (giuro, inizia davvero così) non è che la voglia di metterti a studiare il Prolog ti venga esattamente addosso.

Però dovevo, e siccome sono una persona seria l'ho fatto. Ho chiesto il progetto da svolgere: "Allineamento di Sequenze di Oggetti Relazionali nel campo della Bioinformatica". Sticazzi. Le slide avevano ragione. E mò? Passo? Giro la Ruota? Chiedo un altro progetto? Perchè dovrei allineare queste sequenze? Cosa stracazzo è un oggetto relazionale? Questi e altri interrogativi mi hanno appassionato per mesi, quando, senza altre alternative, ho iniziato a ragionare su come risolverlo.

Siccome sono un genio ma mi piace che nessuno se ne sia accorto e infatti tutti mi considerano un cretino (cfr. post precedente) ho risolto in CINQUE e dico CINQUE ORE l'intera traccia del progetto. E io che mi stavo già ad allineare le fasi lunari per capire quanti equinozi ci avrei messo per svolgere sta benedetta traccia. Avevo previsto tipo due-tre settimane, ma fanculo. E ora avanti spediti, vediamo di riuscire a toglierci sto mattone prima che la Juve risalga in A.

Per i milioni di appassionati di Prolog sparsi nel mondo (ma io direi anche miliardi), ecco un frammento di codice - che io personalmente ritengo più che chiaro.

align(Seq1 , Seq2 | SeqN) :- align1(Seq1,Seq2, Seq), align(Seq|SeqN)

Bello, vero? Devo solo capire come ho fatto ad arrivarci.
ps) Profezia: Cristicchi vince Sanremo. Ma siccome Sanremo è una merda e deve per forza vincere una canzone mielosa, arriverà nei primi tre.

9 febbraio 2007

Ma che bella caviglia

Sono un po' in ritardo con gli aggiornamenti di questo blog: Minuto più minuto meno, circa 3 mesi.

Vi chiederete: Perchè? Molto spesso tutti noi vorremmo fare un sacco di cose, poi nella pratica si riesce a concretizzare molto poco. Io ad esempio ho un desiderio represso di gravidanza, ed è proprio per questo che ho deciso di mettere su una discreta panza, nella speranzamai repressa che qualcuno mi chiedesse "Ma a che mese sei ?". Allo stesso modo avrei voluto aggiornare prima questo blog, ma gli eventi di questo 2007 l'hanno sistematicamente posto in fondo alla graduatoria delle cose da fare.

Avrei voluto aggiornarlo tipo il 3 gennaio, subito dopo il Capodanno e il Concerto di Venditti, ma trovo sia molto più originale fare gli auguri di Buon 2007 a tutti gli amorevoli lettori ben quarantuno giorni dopo l'inizio del nuovo anno. Avrei voluto aggiornarlo più avanti, per raccontare a tutti che sono diventato Istruttore di Minibasket e ho iniziato a seguire un gruppo di bambini tra i 5 e i 7 anni, ma il mio ottimo papino è stato ricoverato per 10 giorni (ora è tutto a posto, tranquilli) ed io sono stato costretto ad imparare a memoria la strada per Acquaviva esattamente nei giorni in cui, in parallelo, imparavo a memoria i concetti di Linguaggi per l'Interazione.

Siccome sono essenzialmente un genio (ed è altrettanto geniale il fatto che stia facendo in modo che nessuno si accorga che sono un genio e infatti mi considerano tutti un cretino) sono riuscito anche a preparare l'esame il 1°febbraio ed ad attendere speranzoso i risultati. Ho verbalizzato il 7 febbraio un ricco trentellode, il secondo di fila, questo magari un filino più meritato rispetto a quello precedente. Avrei voluto aggiornare il blog parlando proprio di questo, ma il 7 febbraio, alle 22.50 circa, la mia caviglia ha deciso con estrema simpatia di girarsi a 360° tenendomi bloccato e fasciato e incazzato sul letto da due giorni.

A quest'ora sarei dovuto essere al Palazzetto a giocare l'accesissima sfida interna col Bitritto, ma l'arancia che mi ritrovo al posto della caviglia mi obbliga a restare a casa, e a restarci tralaltro seduto. E' un peccato (e qui torno alla sindrome di Adriano) , perchè dopo circa 29 mesi di allenamento ero riuscito a trovare una forma decente: dopo le avvisaglie iniziali, sto viaggiando su oltre 11 punti a partita, una buona crescita rispetto ai 9 dell'ultimo anno in Promozione, dopo aver toccato i 19 punti nella bella vittoria col Terlizzi di 10 giorni fa. Sperando che quest'infortunio non mi ridia la mobilità da ippopotamo che ha contraddistinto le prime partite di questa stagione, attendo con fiducia di potermi riprendere ad allenare.

Benone: Sono riuscito a riassumere in poche righe 40 giorni di 2007. Sono stato proprio bravo, proprio come quegli imbecilli che a Catania che 7 giorni fa, verso quest'ora, hanno deciso allegramente di uccidere un agente facendo fermare il campionato. Voi pensate di essere al sicuro, lì, lontani su di un Isola, ma sappiate che se fate bloccare l'unico cazzo di campionato che l'Inter stava per riuscire a vincere potrei incazzarmi seriamente.

E in quel caso pregherete l'Etna di eruttare, in modo che ad uccidervi sia lui, prima di me.