26 aprile 2007

Quindici

Sono interista.
Certo, dirlo dopo uno scudetto vinto è abbastanza semplice, ma io sono interista da molto tempo. E' difficile dire da quando, di preciso. Tempo fa lessi una frase, diceva qualcosa del tipo "Le grandi amicizie, i grandi incontri, le grandi passioni, i grandi amori..non si sa mai quando iniziano. E' una cosa fulminea, non sei lì con l'orologio a segnare in che momento sia successo." Era di Prisco.

Per me è stato esattamente così. Non ricordo da quanto tempo sono interista, nè tantomeno perchè. Per semplicità mi piace immaginare il mio essere interista dal mio primo e preciso ricordo, i festeggiamenti del 1989 negli spogliatoi, dopo il 13° scudetto. Allora decisi che sarei stato interista. Ero un bambino di sette anni, di prima elementare, sentivo che quei colori mi avrebbero dato soddisfazioni. Sono sempre stato un bambino troppo avanti, molto lungimirante. Direi pure troppo, in quel caso. L'Inter quell'anno perse 2 partite: la prima, contro il Torino e la seconda, a scudetto già vinto, 4-3 contro la Fiorentina. Ricordo chiaramente che dopo quella partita piansi. Avevo 6 anni, e non avevo minimamente idea di quello che avrei visto negli anni successivi.

Allo stesso modo non ricordo neppure il mio primo calciatore preferito. Forse Klinsmann, forse l'ultimo Schillacci, magari Ruben Sosa, escludo a priori Bergkamp. Dei primi anni non ho tantissimi ricordi, ricordo abbastanza bene la vittoria della Uefa nel 1991, quella del 1994 vista a casa di mia nonna vinta con un gol di Jonk con colpo sotto (non so se mi spiego). Forse ricordo persino troppo, tenendo conto che a quei tempi avevo 12 anni scarsi. Da quel momento in poi i ricordi si fanno via via più intensi, più decisi, più chiari.

Ricordo la Maglia Fitgar e quella Fiorucci, ricordo le prodezze di Igor Shalimov e la scommessa di Orrico, Ricordo Benny Carbone e Roberto Carlos, ricordo l'esultanza in camera mia al gol di Centofanti contro la Fiorentina (!!!) e la faccia tristissima nella sconfitta 1-0 con il Lugano. Poi ho iniziato a diventare interista sul serio, a tifare davvero per quegli 11 imbecilli. La finale di Coppa Uefa con lo Schalke, 1997, Ganz che nei supplementari mi mette sulla traversa il pallone della Coppa. La sconfitta ai rigori. Niente lacrime stavolta, però.

Nel '98 è arrivato Ronaldo. Il primo giocatore che ho amato, probabilmente. Ricordo il primo gol, al Bologna, quello dopo alla Fiorentina, con me che esultavo a casa del mio vicino di casa. Ricordo una vittoria 2-1 contro il Vicenza con un rigore al 95°. E' stata la prima volta che ho esultato come un matto per l'Inter. Ricordo il mio sorriso al primo gol di Kanu, ricordo me in bicicletta che andavo a giocare a basket da Corradino e sentivo alla radio del rigore non dato a Ronaldo. Ricordo la finale di Coppa Uefa, la mia prima vera vittoria da tifoso interista, la Gazzetta comprata il giorno dopo e il sorriso a mille denti che sfoderi quando arrivi a scuola. Un sorriso che avrei sfoderato poche altre volte, però.

Quelli sono stati gli anni in cui ho iniziato a condividere il mio essere interista con gli altri. Il primo probabilmente è stato Italo. Con lui ho seguito tutte le partite dell'Inter del 2000, con lui ho fatto riti scaramantici di ogni tipo possibile e immaginabile mentre seguivamo le partite all'Inter Club, con lui ho atteso il ritorno di Ronaldo dopo l'infortunio e il crack del ginocchio dopo 7 minuti. Mi chiusi in camera, iniziai a cercare su Internet qualcosa da leggere. Allora scoprii i newsgroup. Paradossale, ma noi interisti ci uniamo nel momento del bisogno. Ricordo anche il Derby 0-6, visto a casa di Paola. Mai nella mia vita 90 minuti sono trascorsi così lentamente. Erano i tempi di Baggio, di Baggio che ci faceva vincere lo spareggio col Parma, 3-1, visto a casa della nonna di Italo. Lippi in panchina, Jugovic in campo. Nella stessa casa perdemmo lo spareggio con l'Helsingborgs. In campo Macellari, Cirillo, Vampeta e Robbie Keane. Grazie Lippi.

Ricordo altrettanto bene il 2002, la prima giornata vissuta mentre eravamo al mare, a Bisceglie, il rientro in campo di Ronaldo, la gioia per il primo gol dopo l'infortunio, l'Inter in testa alla classifica e tutte dietro ad arrancare. Ricordo il 4 maggio 2002, al Jack Madden, io Roberto e Maurizio e io che dicevo "So già come andrà a finire domani". Ma non andò a finire come pensavo, Gresko non fu d'accordo. Quel giorno, per la prima volta, mi sono tolto la maglietta e sono uscito dal balcone, urlando. Poi non ho urlato più.

Dopo ho conosciuto meglio Davide e Fabrizio, ed è con loro che ho convidiso tutte le partite recenti. Da Luciano che tenta di fare la bicicletta e ci fare ridere, passando per l'Inter di Zaccheroni che gioca bene e che ci piace, fino ad arrivare al primo Adriano, quello forte, quello che piaceva a tutti, ma che non ha mai sostituito Ronaldo nella mia testa. Sono arrivate le prime vittorie, le esultanze per una stupida Coppa Italia in uno stupido 2005. Il gol su Punizione di Mihaljovic che suggella la vittoria, io che abbraccio Antonio e l'acqua che va a finire sul padre di Davide che rimane bagnato ma felicissimo. Abbiamo vinto la Coppa Italia. E abbiamo fatto pure i Caroselli. Solo noi.

Allo stadio, per forza di cose, non ci sono andato tantissime volte. Due volte contro il Bari, 96 e 98, una volta al Birra Moretti nel 2004, una volta a San Siro nel 2003 (semifinale di Champions). Tutte sconfitte dell'Inter. Pensavo di portare sfiga, e lo pensavo fino alla fine del primo tempo della Supercoppa 2007 contro la Roma. Poi è finita diversamente, ed il viaggio con Davide - già splendido, è diventato indimenticabile. La stagione era iniziata già bene, Scudetto vinto a Tavolino e Ibrahimovic che inizia a giocarmi con il numero 8. Ibrahimovic, il primo che dai tempi di Ronaldo è riuscito a farmi appassionare a un singolo giocatore, il primo che dai tempi di Ronaldo è riuscito a farmi togliere la maglietta ad un gol, quello nel Derby. Ibrahimovic, il primo che è tornato a farmi sentire un cazzo di ragazzino di 14 anni che se ne va appresso a un calciatore.

La stagione è scivolata via rapidamente. Si poteva festeggiare il 18 aprile, si è festeggiato il 22 aprile. Abbiamo vinto lo Scudetto, non sembra vero. Ero a Trani, a pranzo. Ricorderò il messaggio di Davide che mi dice che l'Inter vince e la Roma perde, io che lascio il pranzo e vado ad ascoltare la Radio, io che quasi mi faccio venire gli occhi lucidi al fischio finale e sorrido al Messaggio di Davide. "Campioni d'Italia". Anche se lui non è interista. Mi chiama Ilvo, mi urla "Campioni d'Italia, ti voglio bene", e a quel punto di viene il magone. Il tifo per l'Inter che unisce due che nella vita si sono visti una volta. Mi arrivano 1000 messaggi, 2000 squilli, una marea di gente ha detto di avermi pensato. Aspettavo quel momento da troppo.

Abbiamo vinto lo Scudetto, non mi sembra vero. Ho visto i festeggiamenti in piazza Duomo fino all'1 di Notte, ricordando quando in quella Piazza sei mesi fa c'ero io. Abbiamo vinto lo Scudetto, di nuovo, sono passati 18 anni. Finalmente.

CAMPIONI D'ITALIA. Ce lo meritiamo tutti.

17 aprile 2007

Post Post Pashqone

Sarò breve: Posso permettermi di dedicare a questo post non più di 8 minuti, visto che i precedenti 22 li ho utilizzati cercando di decidere in che modo scrivere la parola Pashqone.
Partirei con l'analisi logica: Post è il soggetto, Post è un complemento di tempo, Pashqone è l'oggetto del Post (il primo Post, non il secondo, perchè il secondo è un complemento di tempo e viene dopo, infatti ho scritto Post, proprio per dire che questo è un Post che parla di qualcosa successo Post il Pashqone). Appost.

L'inizio non è niente male, quando voglio so essere chiaro e deciso. Come la Sambuca Molinari, che è chiara e decisa (lo diceva la TV, quindi è vero), infatti non l'ho mai assaggiata proprio perchè lei mi ha intimato di non farlo per nessun motivo.
L'oggetto del post, dicevo, prima di spostarmi verso i binari dell'indecenza, è il Pashqone, giorno che convenzionalmente si pone a cavallo tra la Pasqua (che per combinazione cade sempre di Domenica) e il Martedì (che per combinazione cade sempre di Martedì). Parliamo quindi di un Lunedì, perchè la Pasquetta per definizione è di Lunedì. Pasquetta in Coratino, e forse non solo, si dice Pashqone.

E' un evento particolare, evento in cui le persone - sempre per convenzione - comprano due fettine di carne, una scatola di Spaghetti da dividere in 500 e da bagnare con 500 (stavolta per ciascuno) bottiglie di birra e vino con i risultati ovvi che ognuno può immaginare. Molti decidono di organizzarla sulla Murgia, senza una destinazione precisa, ma poi va a finire che "venite con me, che conosco un posto bello" e TUTTI finiscono a sedersi sull'erba nel raggio di tre metri. Nessuno si sposta, perchè è una questione di principio, mentre tutt'attorno ci sono quintali di Murgia che rimangono vuoti. Ma è bello così. Tipo come quando 1000 bambini di età compresa tra 8 e 8 anni iniziano a giocare a pallone, ti arriva il Supersantos nella Pasta al forno e l'eco dei nomi dei santi che hai tirato giù arriva fino tipo a Quasano.

Metterò su Flickr le foto della mia Pasquetta, trascorsa romanticamente con Marica, quando ne avrò voglia. La giornata era già iniziata benissimo con una scena degna di nota: Arrivo in Campagna, io e Marica scendiamo dalla macchina e troviamo la MIA Pineta occupata da ALTRE persone mai viste che stavano mettendo tavoli nella MIA campagna. Immediato scambio di battute: "Lei chi è" - "Io sarei il proprietario, guardi" - "E io come faccio saperlo, non ha una carta che me lo dimostra?" - "Ma secondo lei io vado in giro con i tabulati del catasto? Se le dico che è mia è mia" - "Ora chiamiamo le guardie e vediamo" - "Allora, mi scusi, se qui c'è uno che deve chiamare le guardie questo sono io, visto che la campagna è MIA". Detto questo, il simpaticissimo signore decise di rimettere a posto i suoi 42 tavoli di plastica, richiamare all'ordine i suoi 100 nipoti che stavano distruggendo la campagna, coprire le teglie di pasta al forno e ripartìre alla ricerca di un nuovo posto (presumibilmente sarà andato a finire nei tre metri sopra citati) lasciandomi libero di godere la mia Pasquetta.

Arrivano le 4: Colpo di Genio. Andiamo a Visitare Castel del Monte. Non ci andavo dalla 4°elementare, sarebbe bello tornarci. Mi sembrava un'idea carina. Peccato che questa idea carina, in contemporanea, l'avevano avuta altre SETTECENTOMILA persone. Castel del Monte sembrava piazza del Popolo, UN ORA e TRENTACINQUE per parcheggiare, sembrava il concerto del Primo Maggio. Ma senza concerto. Con costanza e con pazienza (e il primo che fa battute del tipo "Ma sei andato con due amiche?" lo uccido personalmente) siamo riusciti a trovare posto, a fare la nostra visita e a tornare a casa. Stremati, però. Così stremati che non ho neppure fatto in tempo a salutare i miei cugini che ripartivano per Forlì e mi sono immediatamente piazzato nel letto dove ho dormito fino al Giovedì Santo dell'anno dopo. Come la classica nonna di 80 anni, con la differenza che io non ho nipoti.

Tralascio il fatto che abbia mangiato come un maiale, visto che i 19 punti segnati sabato (miglior prestazione stagionale, a leggere Basketpuglia) hanno messo in secondo piano tutto ciò. Ma ero in una delle classiche giornate in cui anche se tiri a occhi chiusi da un canestro all'altro la metti, per cui Sabato cercherò conferme nel temibile Derby contro il Sempre Avanti (cui vi chiedo di non mancare).

Parentesi interessante, sto scrivendo questo post per due motivi: il primo è che dopo la morte della scheda madre del mio Desktop avevo spostato tutti i miei averi sul Notebook, peccato che ieri è morto anche l'alimentatore del Notebook. Ho fatto appena in tempo a passare le cose più importanti (Università e Serie TV) su questo splendido Pentium 1000 che mi permetterà di sopravvivere nei prossimi 10 giorni.
A meno che anche questo portatile non esploda proprio ora, a quel punto inizierei a pensare seriamente che gli oggetti tecnologici della mia camera siano posseduti. E a sei giorni da un esonero non è esattamente il massimo.

8 minuti sono passati, forse anche di più.
E' ora di chiudere

ps) Non continuate a cercare il secondo motivo, non ho nessuna intenzione di scriverlo. C'è qualcosa che deve accadere, e se DOVESSE, due post nello stesso giorno sarebbero troppi.