29 giugno 2007

Parole Crociate

Non ho mai creduto troppo nel destino, da sempre. L'idea che la mia imminente vittoria alla Lotteria di Capodanno possa già essere scritta da qualche parte non mi piace. Devo essere io a decidere quando vincere 6 miglioni di euro. E in questo momento non lo voglio, mi sa.
A volte però accadono un po' di cose che ti portano un istante a riformulare dodici-tredici tra le tue convinzioni più profonde e ti obbligano a cambiare la tua scala di valori e di priorità. Corsi e ricorsi storici, mi era già successo nel 2003, mentre correvamo verso Andria dopo la frizzante aritmia che aveva deciso di venire a trovarmi nel bel mezzo di un allenamento. In quel caso la scelta fu piuttosto obbligata. Dimagrire, subito. Persi circa 20 chili in 7-8 mesi, senza dieta, ma facendomi un mazzo così. Da allora non ho più avuto problemi di sorta. E lasciamo stare che poi in 4 anni buona parte di quei chili li abbia ripresi.

Poi si arriva ad oggi, con il classico scenario da Sliding Doors, il momento che ti cambia la vita, una botta al ginocchio nella partita più attesa, la stagione finita con una settimana di anticipo e un mese di calvario per capire cosa fosse successo. Medico, Ortopedico, Risonanza e ancora Ortopedico, un lunghissimo giro per iniziare a capirci qualcosa. In realtà qualcosa lo si era capito: Lacerazione del Legamento Crociato Anteriore, almeno a leggere la risonanza non parevano esserci molti dubbi, dovevo operarmi. Vedevo già con gioia avanti a me 7-8 mesi di calvario tra operazione, riabilitazione e un miliardo di problemi dati alla mia famiglia e a me stesso, Università compresa.

All'improvviso però il viaggio della speranza: Decidiamo di farmi visitare dal primario dell'ospedale di Acquaviva, quello che avrebbe dovuto operarmi. Uno figo, dicono. Mi fa spogliare, mi fa spiegare tutto, mi prende il ginocchio, mi fa tutti i test possibili e immaginabili e conclude dicendo tipo: "Se vuoi prendo l'artoscopio e ti opero, ma secondo me non ha niente". Alla faccia della Risonanza. "E' un interpretazione di un'immagine", dice lui. "E vaffanculo a chi mi ha fatto star male per 10 giorni interpretando qualcosa a cazzo di cane", penso io. Penso ma non dico, mi dimentico di chiedere una marea di cose fondamentali perchè in quel momento tutto lo scenario che ho nella mia testa cambia. Non mi opero più. Sto bene, forse.

Il viaggio di ritorno è pieno di gente che mi chiama sollevata. "Sto bene", dico, ma poi però riprendo a pensare a quant'è strana la vita. Il discorso delle "Sliding Doors" è proprio vero: E se mi fossi fatto visitare da un altro che magari mi avrebbe operato per sicurezza? E se in quell'azione invece di uscire in post-basso avessi deciso di spostarmi altrove? E se Roberto non mi avesse fatto entrare? E se il tipo del Manfredonia mi avesse colpito un centimetro più a sinistra?

A volte un centimetro può essere anche decisivo. Un centimetro così come un punto, lo stesso punto per il quale il Manfredonia è stato promosso in D al posto nostro. Quella stagione finita con una settimana di anticipo mi è rimasta davvero qui. Ora sono passati 32 giorni dall'infortunio, il ginocchio si è quasi totalmente sgonfiato e io ho ripreso ad andare in Palestra. L'ortopedico mi ha detto di riprendere immediatamente ad allenarmi, secondo lui non c'è nulla, ma se dovesse esserci una lesione la dovrei avvertire. E ci sto andando ogni giorno, manco fossi una persona seria.

Per me, amante di Torte Cameo allo Yogurt, di Pringles e di Kinder Pinguì, è una gioia poter riprendere a correre, a sudare, a farmi un mazzo così. Per giorni ho cullato dentro di me l'idea di dover dimenticare tutto questo, io che senza lo sport quasi non ci vivo, io che tra poco vado a vedermi il secondo tempo della Colombia su Sportitalia. Un anno senza basket sarebbe stato semplicemente pazzesco.

E invece sono qui, che un giorno vado a correre con Marica alla villa comunale e l'altro con Davide smazzo facendomi 40 minuti di corse sulle varie macchine e altrettanti di addominali ed esercizi, perchè se dovessi pure riuscire a perdere un dieci chili abbondanti sforzare il ginocchio un po' meno mi farebbe decisamente bene. Non so neppure io perchè mi sto allenando così intensamente già da ora. All'inizio della stagione mancano due mesi, dopotutto, ma in questo momento sento che la cosa più giusta da fare sia questa.

Molto pragmaticamente potrei dire che me la sono vista brutta e che voglio fare in modo che non riaccada, ma tanto non sarò io a deciderlo. Se deve succedere, succederà ugualmente. Possiamo solo provare ad indirizzare la nostra vita agendo in un certo modo, ma alla fine se c'è qualcosa di scritto si può fare poco. In questo momento il destino mi ha dato questo, mi ha lasciato 20 giorni di paura, del rammarico per una stagione chiusa prima, ma anche tanta fiducia di poter riprendere a giocare immediatamente. Ora vediamo cosa mi riserverà il futuro.

Da parte mia, spero solo che quel crociato rimanga per sempre al suo posto.