14 maggio 2008

Tutti a casa

Scrivo questo post in treno. Davide dorme . Io non ho ancora sonno. Siamo quasi ad Ancona, forse qualcosa in piú. É l'1.20, la carrozza dorme ed io mi trovo a tirare le somme di 1830 chilometri in cui io e quel fesso che ho di fronte abbiamo percorso in 50 ore nette, attraversando tutta l'Italia per due volte

Non sono pentito.
Per niente. L'avevo scritto due anni fa e lo ribadisco. Quando si organizza un viaggio di questo tipo la razionalitá va totalmente a farsi benedire. Non si possono fare ragionamenti del tipo "E se non vince?" , "E se perde?" , "E se ci rimango male?". Fa parte del gioco.

E figuriamoci quando si parla di Inter. La delusione era dietro l'angolo. Lo sapevo, fin dal primo momento. In parte me l'aspettavo pure, ma provavo a non crederci, provavo a pensare che per una volta le cose potessero andare in modo lineare. E invece no. La delusione c'è stata. Ancora una volta. Grossa. Enorme. Forse la più grossa da quando tifo Inter. Perche a differenza del 5 maggio io stavolta c'ero.

Ero lì, a incitare, cantare, gridare. A tifare, ad esultare, ad abbracciare Davide e Fabrizio, perfino quasi a commuovermi al gol del 2-1. A emozionarmi perchè un ragazzino del 1990 stava vincendo uno Scudetto davanti a me. Ero li, insieme ad altre 80.000 persone, a continuare a tifare dopo 1 secondo dal gol del 2-2. Dopo il rigore sbagliato. Dopo la decina di gol sbagliati negli ultimi minuti. Dopo la fine della partita. Dopo la fine del sogno.

Perche festeggiare lo Scudetto della tua squadra dopo 1000 chilometri di viaggio, dopo una mattinata in giro per milano, dopo una notte insonne, dopo tanti piccoli sacrifici sarebbe stato veramente un sogno. Ma sarebbe stato troppo perfetto. Troppo da Mulino Bianco. Non da Inter. Ma diciamocela tutta: in fondo, non da me.

Niente sogno, ma non sono pentito. Perchè ho passato due giorni bellissimi in compagnia dei miei amici più cari. Perche abbiamo riso, ci siamo divetiti, abbiamo fatto foto, scherzato, fatto gli imbecilli, tirato fuori i tormentoni che per due giorni ci hanno accompagnato in giro per Milano. Perchè abbiamo festeggiato la mia laurea. Ma senza caroselli, senza il dettaglio più importante.

Perchè fingere? La delusione della partita è stata enorme. E' come avessi organizzato un viaggio a Parigi e una volta lì mi avessero avvisato che la Torre Eiffel è stata spostata a Londra. E allora a quel punto ringrazio veramente il momento in cui abbiamo deciso di ripartire Lunedì sera, di concederci - comunque fosse andata - un intero giorno in giro per Milano per svagarci un po'. Perchè così, almeno, la mazzata è stata attutita. Ci siamo svagati, abbiamo pensato ad altro, girando Milano e dimenticando le 500-600 foto che mi sono rimaste appese, dimenticando il fatto di aver speso 80 euro di biglietto per vedere tutto quanto fin da vicino.

Ripartire lunedì mattina o persino la stessa domenica sarebbe stato terribile: sarei tornato a casa con un magone così, con il pensiero di aver fatto un viaggio in fondo inutile. Invece, per fortuna, lunedì l'abbiamo passato in giro per Milano, e questo mi permette di ripensare a questi due giorni con un sorriso, tenendomi quello che di buono mi è rimasto da questa esperienza: le foto, le risate, Piazza Duomo, gli ottantamila di San Siro che fanno tremare lo stadio, gli autobus sbagliati, le notti insonni, il treno stretto e i miei cari amici che hanno decisi di seguirmi in questa colossale cazzata.

Ora si torna alla vita di tutti i giorni: si torna a Marica, si torna alla terapia, si torna ad MSN e alle questioni del Dipartimento. Si torna a una vita tranquilla, tutto sommato serena, ma con un solo, piccolo e fondamentale problema:

Quello di continuare a tifare Inter.

(Qui sotto, il meraviglioso album fotografico della trasferta milanese)
Inter Siena

10 maggio 2008

Inter City, Inter Nos, Inter Siena

Vado a Milano, ormai molti di voi lo sanno.
Ci tenevo, dopo la Laurea, a concedermi un viaggio. Uno sfizio, mettiamola così.

Ragionevolmente avrei potuto pensare - e tralaltro l'ho anche fatto - di concedermelo con Marica. Questo però purtroppo non è stato possibile, ed ho fatto scalare la lista delle mie fidanzate, superando quella ufficiale e decidendo di portare con me Davide, la mia amica nonchè fidanzata di riserva. E non è detto che in nove ore di treno non ci provi con lui e che diventi la mia compagna ufficiale. Alla faccia di Marica.

Partiamo in due, quindi. Gli ormai celebri "Tre imbecilli su un Intercity" lasciano spazio a una coppia. Da Trani partiamo solo io e Davide. Aspetteremo domattina per riunirci col terzo pupo, che ci raggiungerà nottetempo da Siena. Fabrizio ufficialmente si trova lì a studiare, ma è tutta una copertura. Il suo compito è quello di forare le ruote del pullmann ufficiale della squadra e di avvelenare l'11 titolare del Siena. Giusto per stare al sicuro.

La gente normale organizza i propri viaggi post-Laurea in posti di piacere, dove svagarsi: Parigi, Londra, Roma, Bologna, Venezia, Firenze. Io vado a Milano. Che tralaltro poteva anche andar bene. Tecnicamente avrei potuto andare lì a vedere il Duomo e il Castello Sforzesco, i Navigli e Piazzale Loreto, il Pirellone e la Basilica di Sant'Ambrogio. No. Avrò anche due Lauree ma di visitare posti culturali non me ne può fregare di meno. Io vado a San Siro.
Aggravante: Vado a San Siro a tifare Inter.
Aggravante dell'Aggravante. Per la terza volta nella mia vita
Aggravante dell'Aggravante dell'Aggravante. In una partita forse decisiva.

Andro lì, con la consapevolezza che del viaggio di piacere questo viaggio non avrà niente di niente di niente. Mi farò un fegato così per novanta minuti, mi ammazzerò facendo nove ore di treno all'andata e nove ore di treno al ritorno, dormirò in un albergo orribile e trasformerò i miei piedi in profumatissimi cotechini camminando per diciannove ore in giro per Milano a fare shopping. Sono consapevole di quello che mi aspetta. Sadico e consapevole. Ma felice. Perchè ho accanto i miei amici, perchè so già che sarà una bella esperienza, che ci divertiremo e che - come sempre - sarà qualcosa che mi lascerà ricordi importanti nel cuore. Sono contento perchè so anche che Marica è contenta per me e perchè tutto sommato la gente a cui voglio bene e che mi vuole bene spererà che le cose vadano a finire in un certo modo. In quel modo.

Se così fosse, potrei persino spingermi a comprare regali e regalini per tutti quanti. Tutti a tema nerazzurro. Spendendo quarantottomila euro, ma con un sorriso così sulle labbra. Se così non fosse, però, il massimo che potete aspettarvi da me come pensierino è una cotoletta alla Milanese. Da dividere in otto.

La gente normale organizza viaggi di Laurea per svagarsi. Io vado a Milano a vedere l'Inter. Che non fossi normale lo sapevo, che tendessi alla follia lo sto lucidamente scoprendo solo ora.

Tifate Inter, per il mio bene.
O se proprio non ci riuscite, tifate almeno contro il Siena.

A martedì.

4 maggio 2008

Somme

Tiriamole. Dopo una Laurea lo si fa. Ci sta. Son passati dieci giorni dalla mia seduta ed è il caso di riordinare un po' le idee. Iniziamo con l'immagine qui affianco: si tratta di una sommatoria, ma non chiedetemi ulteriori chiarimenti. Non sono più uno studente universitario quindi non sono in grado di rispondere a domande di qualunque tipo. L'ho messa qui soltanto perchè pensavo facesse ridere il parallelo tra l'immagine e il titolo del post. Sbagliavo, mi sa.

Sono un dottore, dunque. Ma non di quelli che fanno le ricette, purtroppo. Per prescrivermi il Giorno e Notte dovrò dunque ancora rivolgermi a qualcun altro. Mi serve il giorno e notte perchè sono esattamente dieci giorni che qui a casa mia si mangia come se fosse l'Oktoberfest. Ma a Maggio. Una ripetizione continuativa ed ininterrotta di torte, confetti, pranzoni, antipasti, crostate, cornetti e compagnia cantante. A occhio mi son costati qualche chilo. Ma in fondo l'importante è essere entrato nei jeans il giorno della Laurea. Per quanto mi riguarda continuerò a guardarli da lontano, sorridendo, pensando a quanta fatica ho fatto per riuscire ad entrarci. E nel frattempo mi infilo la mia tutona taglia 62.

E' tutta finta pretattica. In realtà il giorno della mia festa di Laurea ben nove e sottolineo nove (nove, qualora non si fosse capito che nove persone me l'hanno detto) persone mi hanno fatto notare che son dimagrito. Dimagrito. Io. Che porto una 58 che se impegno arriva a 56. Cosa cazzo avessero bevuto, francamente, non lo so. Ma ne sono felice.

E' un periodo di cambiamenti, dunque. Sono dottore, ma sono anche disoccupato. In attesa di un probabile contratto (di 7 mesi) con il Dipartimento in cui continuerò a lavorare con finta competenza sul progetto della mia Tesi. Dottore disoccupato, quindi, ma neanche per molto. Tecnicamente da domani inizio a lavorare. E' curioso. Domani pomeriggio riprenderò a fare le stesse cose che facevo dieci o venti giorni fa. Allora quando mi chiedevano cosa stessi facendo rispondevo "sto studiando". Ora non posso più. Ora "sto lavorando". Con la differenza che verrò anche pagato, quindi sarebbe il caso che questa finta competenza almeno verso il quarto quinto mese diventi vera. O almeno sufficientemente finta da sembrare vera

Ho riempito questi giorni libero provando a riprendere a fare sport. Il 25 aprile l'amico Antonio mi ha convinto a tornare sul campo da calcio, nonostante nè mi sentissi pronto nè tutto sommato ne avessi così voglia. Ma c'era Stu. Dovevo. Dovevo fare quella clamorosa figura di merda che poi ho fatto: mi sono piazzato come un enorme baobab verso il centrocampo dispensando passaggi illuminanti ai miei compagni finchè ne ho avuto voglia. A mio favore ci sarebbe anche una bella doppietta, non male tenendo conto che non toccavo un pallone da calcio da oltre due anni, ma a mio sfavore c'è il fatto che in 2 ore avrò percorso si e no quattro metri (contando anche due scatti a velocità lumaca) e che ho evitato come la morte contatti di ogni tipo verso il mio amato ginocchio. Che non mi ha fatto male, c'è da dirlo. Ma psicologicamente c'è ancora tanto da fare.

Grazie a tutti per la bellissima festa di Laurea, infine.
Sono stato felice per una sera di poter avere attorno a me tutte le persone (o comunque quasi tutte) a cui tengo. Anche se tutto sommato con qualcuno non avevamo poi così tanto da dirci, è stato bello rivedere gente che non vedevo da molto - come i miei compagni di scuola - e gente che continuo ad avere tra le palle ogni venti minuti ma a cui in fondo voglio bene. Mi sono accorto di avere un gran bel gruppo di amici. Grazie a tutti.
Grazie anche dei regali: l'iPhone è ormai oggetto di culto e status-symbol. Non mi stupirei se qualcuno mi venisse ad ammazzare pur di fregarselo. La TV LCD fa bella mostra da un paio di giorni in cucina. La maglia crociata dell'Inter, infine, non l'ho ancora usata. Per un motivo semplice.

Perchè poi c'è l'auto-regalo.
Oggi abbiamo perso il derby 2-1. Era scritto nelle stelle. Ne avevamo vinti tre di fila e avevamo mille giocatori fuori. Ci sta. Ci sta soprattutto perchè come auto-regalo ho comprato i biglietti per Inter-Siena, settimana prossima. Primo Anello Arancio, settore 120.
Praticamente dentro il campo. Abbastanza vicino per entrare in campo e abbracciare Materazzi in caso di vittoria, ma anche per tirare fuori dallo zaino un fucile e ammazzare tutti, ad uno ad uno, qualora non dovessero vincere.

Domenica 11 maggio sarà un pomeriggio molto lungo. E ci sarà di mezzo una piazza. Piazza Duomo per festeggiare oppure Piazzale Loreto per far fare la fine di Mussolini a quei 20 imbecilli che continuo imperterrito a tifare.
Comunque vada, avrete mie notizie.

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Marica ha aperto un blog. Ma non un blog imbecille come questo, un blog di quelli seri. Non ci scrive cazzate, a differenza mia. Dentro ci sono disegni, poesie e video. Secondo il mio parere assolutamente disinteressato è un blog meraviglioso. Sono certo che nei prossimi cinque secondi cliccherete su questo link. E che subito dopo sarete d'accordo con me.


http://liberaessenza.blogspot.com