18 luglio 2008

Contento a Metà(ponto)

A volte mi chiedo se c'è una spiegazione razionale dietro la durata delle giornate. 24 ore. Perchè non 12? Perchè non 130? Tanta riflessione ha portato finalmente a una spiegazione convincente: le giornate durano 24 ore semplicemente per rompere le palle a me, che di ore ne avrei bisogno almeno il doppio. E' tutta una diabolica macchinazione che mi impedisce di fare ciò che voglio, quando voglio, come voglio.

Credete che in questi due mesi non abbia mai avuto voglia di aggiornare il blog? Che non abbia mai avuto nulla da dire? Che sia stato necessario l'intervento di Marica per farmi cliccare dopo 40 giorni sul link "nuovo post" ? Si. Più o meno è andata così. Aggiornare il blog è stato veramente il mio ultimo pensiero, travolto da un mare di cazzi per la testa e di impegni, travolto dalla stanchezza e dallo stress, tremendamente a pezzi e rotto di palle. Ma finalmente è finita.

Domani parto in vacanza.
Ne ho bisogno, mi serve, sono quasi al limite della sopportazione, col cervello totalmente in panne e le energie col contagocce. E' un anno che tiro la carretta, e non un anno qualsiasi: studio, esami, intervento, ginocchio, riabilitazione, laurea, tesi, lavoro, lavoro, studio, impegni, ginocchio e qua e là delle piccole spruzzate di Marica. Quanto basta.

Sono veramente stanchissimo, mentalmente prima ancora che fisicamente, perchè quello appena trascorso non è stato un anno normale. E basta propositi per il prossimo, perchè davvero, ogni qual volta mi azzardo ad aprire bocca tutto va esattamente al contrario. E' un anno che vedo svaghi e relax col lumicino, e tralaltro quando ho la geniale idea di ritagliarmi uno spazio per me per "festeggiare" la mia Laurea l'Inter pareggia 2-2 in casa con il Siena. Per poi vincere però settimana dopo. Alla faccia mia, pure qua, con Ibrahimovic che mi urla "tò, hai scelto la partita sbagliata" dopo aver messo il secondo gol.

E allora Sardegna. Anno nove, otto, dieci, che ne so. Probabilmente l'ultimo, ma a questo punto mai dire mai. Ho così tante porte aperte che prevedere cosa mi riserverà il futuro è tanto complicato. Penso al presente, penso alle quattrocento cose da fare, ai preparativi che mancano, alla mia stanchezza e a Marica che rimane qui a casa.

Contento a metà, l'ho scritto nel titolo del post. Quest'anno si torna al quartetto familiare in formazione originaria. Marica resta a casa, per vari motivi. Tutti validi, assolutamente, ma l'idea di tornare in quei posti da solo, dopo aver vissuto l'anno scorso la più bella estate insieme, è una cosa molto pesante per entrambi. Sono contento, perchè di questa vacanza ho veramente bisogno, sono contento perchè potrò finalmente rilassarmi, ma lo sarò a metà, perchè metà del mio cuore rimane qui, qui rimane metà della mia vita, qui rimane Lei (con la L maiuscola che a Nicola piace tanto).

Non è giusto per nessuno, ma prendiamo le cose così come sono, così come abbiamo preso al volo i tre giorni insieme a Metaponto della scorsa settimana. Un piccolo antipasto per dimenticare quello che sarebbe successo dopo, giorni sereni e spensierati, così spensierati che il terzo giorno abbiamo dimenticato di mettere la crema solare tornando a casa di un bel color rosso semaforo. Meraviglioso.

Contento a metà, dunque. Perchè vado in vacanza ma lascio qui gli impegni. Lascio gli amici che ancora lavorano, lascio progetti aperti, lascio tante cose e tanti pensieri, lascio con il rimpianto di dover staccare la terapia proprio ora che iniziavo a sentire la gamba in grado di iniziare a sopportare le prime corse pesanti.

Lascio, ma in realtà non lascio nulla, perchè tanto ho promesso a tutti che continuerò a leggere l'email provando ad intervenire e rispondere - nei limiti del possibile e della connessione, cercando di dare il mio contributo anche dalle dorate spiagge di Tavolara, dai ricchi yacht di Porto Certo e dagli splendenti paesaggi della Costa Smeralda.

E allora non prendiamoci in giro, altro che quattro. Anche quest'anno si parte in cinque. I miei genitori, Gabriella, io e lo stress, il mio fedele compagno di dodici mesi che stavolta ha deciso di seguirmi anche in vacanza. Sta a me decidere quanto ascolto dargli ogni qual volta proverà a frantumarmi le scatole come negli ultimi 365 giorni.

Marica, non prendertela.
Quest'anno non c'era proprio posto per te.

1 commento:

Nic ha detto...

Già,
contento a metà...
e via con la sequela di frasi fatte e stantie, che non significano nulla e che vogliono essere quello che sembra sempre di più, l'unico vero appiglio delle nostre esistenze : IL PALLIATIVO.
Contento a metà, perchè sembra che "contento intero" non ci sia permesso, non sia possibile, non sia "giusto" quasi. Perchè non lo si merità.
Contento a metà, perchè se le cose andassero come vogliamo, sempre, non è vero che non sapremmo gustarcele. Perchè sempre, con le unghie e coi denti, bisogna lottare. Sempre.
E allora, Catà, benvenuto nel club di quelli "contenti a metà", che però dopo un po' imparano a fottersene, e sai che ti dico, l'altrà metà se la prendono!
E fortuna vuole, che ci sia la L maiuscola, perchè di l minuscole sono piene le esistenze di noi contenti a metà.
Che le stiamo ancora rincorrendo, assieme ai nostri sogni e le nostre beghe, le nostre piccole l minuscole, che non avranno forza ma hanno il sorriso e minuscoli anfratti di gioia sparsi tra lastre di dolore. l minuscole che non diventano mai L.
E invece c'è.
E ci sarà, al costo netto di difficoltà previste ma mai accettate.
E ci sarà sempre.
E stavolta, che Porcodjorkaeff, davvero, non c'era posto.
Ah, abbiamo un unica regola, per far parte del nostro club. Non ci arrendiamo mai, ma abbiamo imparato a prenderla col sorriso.
Perciò tu sei socio "Honoris Causa"
Benvenuto nel club dei contenti a metà.
Ma guarda bene. Perchè a ben guardare, forse, tu sei già a tre quarti.
Ti abbraccio forte.
Divertiti comunque, più che ti riesce!

Nick