3 settembre 2006

Tre imbecilli su un InterCity - parte 2 - Epilogo

Ormai a una settimana esatta dalla partita, penso sia il caso di tirare le somme di quel viaggio che ci ha visto percorrere tutta l'Italia (1700 chilometri) in 48 ore (escludendo i disastri non previsti come le locomotrici rotte).

Tempo fa c'è stato chi ha avuto bisogno di ben Cinque Giornate, a Milano, per poter combinare qualcosa di decente. Noi, dall'altro dei soli due giorni a disposizione, direi che abbiamo fatto davvero qualcosa di indimenticabile. Non userò questo thread per raccontare nuovamente per filo e per segno tutte le virgole di ciò che è successo nella duegiorni meneghina; Per quello c'è il Blog di Davide, inserirò i link a fine post per chi abbia voglia di leggere meglio le nostre (dis)avventure.

Appena sono tornato a Corato la cosa che molti di voi mi hanno detto è stata: "Sul 3-0 per la Roma ti ho pensato". Cazzo. Lo so bene che mi stavate pensando intensamente. Chi poteva immaginare di aver percorso così tanta strada per ritrovarsi di fronte ad uno spettacolo indecoroso di quel tipo. Altri ancora hanno aggiunto: "Ma sul 3-0 non ti sei pentito di quello che avevi fatto? Non avevi paura di aver fatto strada inutile?".

Beh, ragazzi. Lo dico qui e lo ribadirò. La risposta è NO.
Quando si prende una scelta del genere non puoi andare a razionalizzare con ragionamenti del tipo "E se perde?". Chissenefrega se perde, ha perso tante volte, figurati cosa cambia se perde un'altra volta ancora.

Personalmente penso che queste siano esperienze da prendere al volo, perchè sono intrise dall'inizio alla fine di momenti che, nel bene e nel male, ti lasciano qualcosa. Ben venga il Treno scomodo, ben venga lasciare schifezze nel cuore di una notte insonne, ben venga non dormire e ciondolare con i piedi doloranti per una intera mattinata nel centro di Milano. Ben venga tutto, perchè questi saranno i ricordi indelebili che tra anni e anni avremo ancora voglia di raccontare ai nostri figli.

Ti rimangono i ricordi del viaggio, ti rimane la compagnia dei tuoi amici, ti rimane il ricordo dei pantaloni sudati e appiccicosi che volevi cambiare e non potevi. Ricorderemo Davide che "Io nel treno non riesco a dormire", e poi dopo 8 secondi si spatascia sul sedile e muore. Ricorderemo le Pringles al Peperone, i tramezzini di Fabrizio e il vicino di scompartimento uguale spiccicato al fratello Wachowski. Ricorderemo il viaggio lunghissimo, la schiena a pezzi, i piedi in fiamme e ricorderemo che in tedesco sporgersi dal finestrino si dice "Gegestende". Ricorderemo quanto è bello ridere facendo ironia sui paesini inutili che stanno tutt'attorno Milano, ricorderemo anche le orribili case stile-fiammingo della periferia Milanese.

Ricorderemo l'orribile cornetto alla stazione, i 70 centesimi necessari per fare la prima pipì dopo 10 ore, ricorderemo Fabrizio terrorizzato dagli attentati in metropolitana e la facciata del Duomo ricoperta da un dipinto di un artista che non ricorderò mai come si chiama. Ci ricorderemo di come è bella la Galleria e delle insegne fighe nero e oro, ripenseremo ai negozi di merchandising e Fabrizio che ci porta felicissimo-senza accorgersene-nel Milan Store. Porteremo nel cuore l'indimenticabile sapore del Burro di Arachidi mangiato all'ingresso del Duomo di Milano e l'azzeccato accostamento con le Pringles che vanno bene dovunque.

Ricorderemo il Corso di Milano, la ricerca dei regali per le fidanzate e Davide che ci trova la maglietta "United Colors of Benetton - Milano" che piace a tutti e costa pure poco. Ricorderemo Fabrizio che firma cambiali per poter comprare la maglietta dell'Italia che a Corato non si trova e che vuole pure quella dell'Inter perchè "non si può andare a Milano e non tornare con la maglietta dell'Inter". Ricorderemo che non ci andava di andare a visitare il Pirellone perchè eravamo morti, ma ugualmente morti trovammo la forza per andare a trovare dove cazzo fosse Via Durini e la benedetta sede dell'Inter. Ricorderemo il simpatico custode del Palazzo e la sua disponibilità a farci fotografare davanti a uno zerbino più nerazzurro che mai.

Ricorderemo ancora la Metro, l'Hotel Oro Blu, la Stanza, la Doccia. Ricorderò - solo io, purtroppo - Davide e Fabrizio che dopo 2 attimi si addormentano e iniziano un concerto russando. Non potrò dimenticare la preparazione per la partita, il dialogo col Custode e il lungo viaggio verso lo Stadio. Indimenticabile sarà anche la faccia sorridente di quei due imbecilli alla vista di San Siro, come due bambini il primo giorno di scuola. L'attesa ai cancelli, i 33 inaspettati gradi di Milano e l'ingresso allo stadio. Ricorderemo la salita, lunghissima, e il sorriso da bambino di 2 anni di Fabrizio alla vista del terreno verde. Le splendide foto in un San Siro ancora vuoto, la pazza corsa per riuscire a comprare in tempo la maglietta e la sciarpetta dal San Siro Store. Ricorderemo il riscaldamento, ricorderemo 50 mila imbecilli che cantano pazza inter amala, ricorderemo l'ingresso in campo dei nostri pupi preferiti.

E ricorderemo ovviamente la partita: Ricorderemo ManSini, Aquilani e ancora Aquilani. La faccia triste di Fabrizio e quella sconvolta di Davide. Ricorderò a me che pensavo "Evidentemente è destino che non possa mai vedere l'Inter vincere" e ricorderemo, insieme, il milanese accanto a Davide che invocava il ritorno di Hodgson. HODGSON. Non so se mi spiego. Poi la rinascita: L'incornata di Vieira, l'intervallo pieno di attese, l'uscita di Adriano, l'ingresso di Crespo e gol. 2-3 e la speranza. L'assedio, due gol mangiati da Figo e il 3-3, ancora, di Vieira, con Davide che riceve le mie consuete mazzate. Ibra sbaglia al 90° il gol della vittoria e si va ai supplementari, mentre su Milano impazza il temporale.

Ricorderemo il "NO" mentre Ibrahimovic mi sbaglia il giochetto con la suola e ricorderemo Figo. Fallo. Punizione. Barriera Superata. Angolino. Urla. Urla. Urla. Abbracci, sgomitate, braccia al cielo. Io che cerco di avere un bambino da Fabrizio e poi concedo tutto il mio affetto a Davide. 4-3 , da non crederci. L'occhio fisso sul cronometro, Chivu espulso, meno 3, meno 2, meno 1. Finita. Assurdo. Ricorderò l'sms di mio padre: "Tifi una squadra di pazzi" , ricorderò le 1000 mila foto dei festeggiamenti, della coppa alzata al cielo e del cannone dei coriandoli che non spara.

Ricorderemo l'uscita dallo stadio con la sciarpa in vita e l'altra annodata in testa, ricorderemo la strada sbagliata e l'arrivo a Piazzale Lotto. Il McDonald, i tifosi della Roma tenuti fermi dai poliziotti in assetto anti-sommossa e il fumogeno che quasi entra nel McDonald con noi dentro terrorizzati. Poi la Notte, sveglia alle 6.30, vestiti e colazione. Ricorderemo il ristorante brasiliano con la samba alle 7.10 di Mattina. Ricorderemo il tipo assonnato della Hall che non capisce le mie battute imbecilli, e figurati se sapesse che ci siamo appena fregati 9 cornetti dal buffet ristorante. Ricorderemo ancora la Metro, la ricerca delle Michette in stazione e il Treno che parte. Salutiamo Milano.

Ricorderemo le prime ore di viaggio che passano veloce, Davide che ancora "non riesce a dormire seduto" e infatti si mette a dormire seduto. Ricorderemo il suonatore di contrabbasso con la fidanzata Austriaca che sale a Reggio Emilia e Davide che stringe amicizia con la vecchia adulatrice settantenne di Giulianova. Ricorderemo l'arrivo a Forlì con gli aneddoti sui miei zii e il susseguirsi delle regioni con l'avvicinarsi di Casa. Marche, Abruzzo, Molise e forse qualcun'altra inutile regione. La Puglia, l'arrivo a un passo e invece poi l'uragano. La pioggia, il treno fermo, il locomotore rotto. Noi dispersi per le campagne di Ripalta. 40 minuti di Ritardo, no 80, no 120. Ricorderemo la splendida stazione di Varano e le ragazze idiote che fanno il cruciverba chiedendosi se in "cortecce" la I ci va o no. Ricorderemo il tipo guerrafondaio che fomenta alla rivolta contro il capotreno, Davide che cerca qualcosa in carrozza ristorante, l'amiciza col tipo del contrabbasso e la puzza delle carrozze dove sostano gli zingari.

Con 180 minuti di ritardo l'arrivo a Barletta. Distrutti, ma distrutti davvero. Distrutti ma con tanta voglia di parlare di treno, di burro di arachidi, di duomo di milano, di hotel oro blu, di figo, di san siro, di urla, di braccia alzate, di pazza inter amala, e di uno splendido viaggio di tre amici. Imbecilli. Tre imbecilli su un InterCity.

Inter pure qua, Guardacaso.
Fine.

Nessun commento: